Decreto dignità, sono a rischio oltre 1500 posti di lavoro

Martedì 11 Dicembre 2018 di Davide Lisetto
Con il decreto dignità a rischio 1500 posti di lavoro con il nuovo anno
PORDENONE - Rischia di essere un fine d’anno piuttosto amaro per un gran numero di lavoratori assunti dalle imprese del territorio con contratti a termine in scadenza. Il campanello d’allarme lo suona Unindustria Pordenone. L’associazione imprenditoriale mette in guardia sugli effetti negativi del decreto Dignità (approvato a luglio, ma entrato in vigore lo scorso 1. novembre): i lavoratori a rischio nel solo settore industriale potrebbero essere oltre 1.500. Si tratta di addetti i cui contratti a termine scadono il 31 dicembre e che corrono il rischio di non vedersi confermato il contratto.  Dopo dodici mesi di contratto a termine ora l’eventuale proroga richiede da parte dell’azienda la cosiddetta causale. Unindustria stima che - vista anche la congiuntura negativa per il 2019 e la conseguente prudenza delle imprese ad assumere stabilmente - solo una minima parte dei 1.500 addetti venga confermata dalle imprese a tempo indeterminato. Una buona metà - sempre secondo le simulazioni - rischia di rimanere tagliata fuori dal mondo del lavoro. Per un’altra consistente parte si cercherà di trovare una sorta di accordo tra le Agenzie per il lavoro - che “affittano” i lavoratori somministrati (ex interinali) alle aziende che li utilizzano per alcuni periodi - e le imprese. Rispetto ai 1.500 posti a rischio, l’analisi dell’associazione degli industriali stima che circa mille siano addetti del settore del legno-arredo: alcune grandi realtà nell’ambito dei componenti fanno un uso piuttosto massiccio di addetti a termine. Cinquecento sono invece impiegati nel settore delle metalmeccanica. Si tratta, in particolare, di operai e addetti con qualifiche piuttosto basse: operai e tecnici fortemente qualificati si trovano infatti con molta difficoltà. È, inoltre, da tenere presente che una situazione non diversa si presenta nei comparti del commercio-servizi e nell’artigianato: perciò la cifra di 1.500 potrebbe essere assai superiore. Quindi, dopo la frenata negli ultimi registrata dalla stipula dei contratti a termine e la “somministrazione” di addetti attraverso le Agenzie ora potrebbe verificarsi il grande “stop” al rinnovo contrattuale per chi ha superato i dodici mesi di contratto a termine.
ADDIO FLESSIBILITÀ
«Con l’irrigidimento delle norme del decreto Dignità - sottolinea Paolo Candotti, direttore di Unindustria Pn - e a fronte della congiuntura negativa degli ultimi mesi prevista anche per il 2019 c’è il forte rischio che molte imprese non siano nelle condizioni di “stabilizzare” i dipendenti dopo il primo anno a tempo determinato. La causale è poi un elemento che “burocratizza” una inevitabile necessità di flessibilità per alcune produzioni. Per questo il rischio, paradossale, è che ci sia un aumento della precarietà». Negli ultimi anni, con le norme precedenti che prevedevano un periodo di 36 mesi di contratti a termine, la stabilizzazione ha superato l’80% dei contratti. Unindustria, con le Agenzie per il lavoro locali sta cercando di correre ai ripari per evitare un improvviso picco di disoccupazione. L’obiettivo è che una parte degli addetti a cui il contratto scade venga assunta (a tempo indeterminato) dalle Agenzie a fronte di un impegno delle imprese a utilizzare per un periodo (per esempio di nove mesi) gli addetti prevedendo anche una penale nel caso in cui il “patto” non venisse rispettato. Una strada nuova e alternativa: un modello anti-precarietà che Pordenone si candida a sperimentare.
Davide Lisetto
Ultimo aggiornamento: 14:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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