Ottocento chilometri in bicicletta per il Cro di Aviano, l'impresa di Roberto

Mercoledì 18 Agosto 2021 di Enrico Padovan
Ottocento chilometri in bicicletta per il Cro di Aviano, l'impresa di Roberto Schettino

AVIANO (PORDENONE) - Ottocento chilometri, sette passi di alta montagna, i 2758 metri di altitudine dello Stelvio: sono gli ingredienti dell'avventura in solitaria in cui si è gettato Roberto Schettino in sella alla sua bicicletta.

Una sfida che non è fine a sé stessa, ma si pone l'obiettivo di portare l'attenzione su una raccolta fondi organizzata in favore dell'Area giovani del Cro di Aviano, alla quale si può donare direttamente o tramite la pagina Facebook del ciclista. 


LA SOFFERENZA

«Un paio di mesi fa mi trovavo in ospedale con la mente affollata di pensieri. L'introspezione mi ha portato a riconsiderare le cose importanti nella vita e il vero valore della sofferenza, sopratutto per chi è debilitato da malattie gravi - ha raccontato Schettino prima di mettersi in viaggio -. Sono da sempre uno sportivo ed un amante delle sfide, ma finora si era sempre trattato di imprese personali. Stavolta, invece, la mia intenzione è di fare qualcosa di concreto per aiutare gli altri e allo stesso tempo sensibilizzare gli animi delle persone attraverso lo sport». 


LA SFIDA

Pur essendo sempre stato un appassionato di biciclette e motociclette, questa è la prima volta che Roberto si cimenta in un'impresa del genere: ha acquistato una bici per l'occasione ad inizio luglio e da allora ha percorso 1500 chilometri in giro per il Friuli per allenarsi e prepararsi, pedalando sia di giorno che di notte. Ciò che impressiona maggiormente è che il 44enne, in piena tradizione ultracycling, non si appoggia a alberghi o ostelli, né ha in programma di fermarsi in tenda: a meno che il meteo non lo costringa ad arrestarsi, il suo riposo si limita a dei micro-sonni da una ventina di minuti, continuando così a pedalare anche nel pieno della notte e tentando di portare a termine il viaggio in appena tre giorni.


IL RACCONTO

«La prima giornata è stata impegnativa: ho attraversato la Marmolada sotto il diluvio e la fatica l'ho pagata nel passo successivo. A Bolzano ho trovato ancora pioggia, freddo e vento e mi sono dovuto fermare, mio malgrado, per metà notte. Poi sono ripartito e ho conquistato la Mendola e il Tonale - ha raccontato il ciclista dopo le prime ventiquattr'ore di viaggio -. Sono felice, ho un sacco di persone che mi scrivono e mi incoraggiano e questo mi dà l'energia per andare avanti. Da quando mia madre è venuta a mancare, le grandi altitudini per me hanno assunto un significato di vicinanza nei suoi confronti. Ho scelto lo Stelvio perché è una cima molto alta: salendo lassù voglio rappresentare, simbolicamente, la connessione tra le persone che non ci sono più e i loro familiari ancora in vita - ha concluso Roberto Schettino -. In questo viaggio sto portando virtualmente con me sulle spalle i ragazzi del Cro». 

Ultimo aggiornamento: 19 Agosto, 10:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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