Amirante, il grande salto in Regione: «La gente chiede ascolto e presenza. Ora il ponte sul Meduna»

L'ormai ex assessore pordenonese emozionata: "Ma nessuna paura"

Domenica 9 Aprile 2023 di Marco Agrusti
Cristina Amirante, neo eletta consiglio regionale Fvg

PORDENONE - Dice di essere «emozionata come mai prima d’ora». Eppure nominalmente sarebbe ancora assessore di un comune - Pordenone - che è capoluogo di provincia. Non esattamente un borgo di quattro anime. Eppure è l’effetto che fa ritrovarsi al piano più alto. Un po’ di vertigine viene, è normale. Dura poco, però, perché Cristina Amirante (1.772 preferenze nella lista di Fratelli d’Italia alle Regionali) è donna del fare.

Ed è già al lavoro da consigliera eletta. 


Amirante, i numeri del consenso se li aspettava? Sono in linea con le previsioni?
«Quando ti candidi non sai mai se hai centrato realmente l’obiettivo. In realtà nel mio caso mi aspettavo proprio questo tipo di risultato. Siamo in linea con le aspettative».


Lei era alla sua prima campagna elettorale su base regionale. Che esperienza è stata?
«Totalmente diversa da tutte quelle precedenti. Giri un territorio ampio, sei a contatto con molte più persone. Le aspettative sono differenti, perché attraversi sia i territori più strutturati che zone più trascurate. Ho trovato più che altro tanta voglia di partecipazione e di ascolto, nonché la necessità di condividere i problemi».


Quali?
«La siccità, il calo delle nascite, problemi strettamente locali come una semplice passerella pedonale. Gli elettori sono molto attenti su tutto».


E le richieste?
«Non ho notato tutte queste differenze tra la Bassa, le città e la montagna. Un dettaglio mi ha lasciato il segno: tutti lamentano la mancanza di un anello di congiunzione tra la Regione e i Comuni. Il ruolo che era della Provincia. C’è una grande richiesta di presenza sul territorio. Le persone chiedono di non essere dimenticate. Anche le associazioni mi hanno chiesto la stessa cosa. Per non parlare della manutenzione delle strade e dei corsi d’acqua. Manca una relazione diretta tra l’ente superiore e il territorio di base».


Ci elenchi le sue priorità di base da consigliere regionale...
«La prima, non ci sono dubbi, sarà rappresentata dal nuovo ponte sul Meduna di Pordenone. Non c’è nulla di così prioritario. È un’opera già finanziata e già pensata. È pronto a partire e rappresenta la soluzione ad un’emergenza evidente. Oltretutto si tratta di un tema vicino a quelli che ho sempre seguito da assessore comunale alle Infrastrutture. Ma vado oltre. Bisogna pensare a un piano provinciale della mobilità che non comprenda solamente il ponte sul Meduna». 


Può spiegarsi meglio?
«Parlo della Gronda estesa, non solo di quella già oggetto di uno studio di fattibilità. Parlo ancora del prolungamento della Cimpello-Sequals fino a Gemona. Serve un maxi studio complessivo da fare a braccetto con i sindaci toccati dal problema della viabilità». 


Le fa paura questo salto in Regione?
«Paura mai, ma sono più emozionata di quanto pensassi. Sento molta responsabilità». 


Le mancherà il Comune?
«Sì, molto. Mi mancheranno le relazioni con gli uffici e il far parte di un ingranaggio ben rodato». 


Come vedrebbe un incarico da assessore anche in Regione?
«Non ho sentito nomi, li ho solo letti. Ci sono discussioni all’interno del partito ed è giusto così. Io sono disponibile e posso mettere a frutto le mie competenze anche in una commissione. Da qui a parlare di deleghe ce ne passa». 

Ultimo aggiornamento: 08:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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