Dalle mense agli asili nido, chi rischia il crac. E per un anziano in Rsa si spendono 300 euro in più al mese

Domenica 11 Settembre 2022 di Marco Agrusti
La cucina di una mensa

Ogni anziano ospitato stabilmente in una casa di riposo costa 300 euro in più rispetto a prima della “bufera” energetica.

Trecento euro in più ogni mese, non ogni anno. Quindi sui dodici mesi si arriva a 3.600 euro in più per persona. Tradotto, una casa di riposo che ospita cento anziani si ritroverà a pagare 360mila euro in più ogni anno. E in regione ci sono strutture ben più capienti, che sfioreranno il milione. E una mensa? I servizi di ristorazione per le strutture (scuole e centri anziani, ma non solo) fanno i conti con un +100 per cento alla voce costi energetici e con un +30 per cento relativo alle materie prime. Sono solo alcuni dei dati allarmanti forniti da Confcooperative Fvg. La conclusione è una sola: così, senza interventi, le coop salteranno per aria. 


LE ALTRE CIFRE


Gli incrementi interessano tutti i settori; quelli più energivori sono i più colpiti. Non c’è infatti solo la grande industria, ma anche molte imprese dei servizi, del sociale e dell’agroalimentare sono gravate da costi energetici insostenibili. E gli aumenti, fanno sapere gli uffici regionali di Confcooperative che nei giorni scorsi hanno compiuto una ricognizione puntuale, vanno da 2 a 4-5 volte i costi abituali, a seconda del settore, con punte del +346 per cento per la bolletta del gas segnalata da alcuni nidi d’infanzia; del +137 per cento per la bolletta luce delle cooperative della pesca mentre, in alcuni settori dell’agroalimentare, gli aumenti arrivano anche a 4-5 volte i costi “normali”, con le situazioni più serie che si riscontrano per l’ortofrutta e il vitivinicolo e per il comparto cerealicolo. Da notare, peraltro, che in questi due ultimi ambiti il periodo settembre-ottobre è quello in cui si registrano anche le punte massime di consumo energetico per l’attività delle presse e del raffreddamento delle uve in cantine, e per i costi di essiccazione di mais e soia. Passando al turismo, per l’inverno preoccupa anche il costo di riscaldamento di strutture ricettive quali gli alberghi diffusi. Nelle strutture per la riabilitazione, ad esempio, i costi energetici schizzano del 326% per il gas e del 158% per la luce. Gli asili nidi fanno registrare un +346% per il gas e un +119% per la luce. Le coop sociali pagano il gas il 145% in più di prima e la luce fino al 218% in più rispetto al passato. 


L’EMERGENZA


«C’è forte preoccupazione delle imprese cooperative regionali per l’incremento dei costi energetici: i settori maggiormente presidiati dalla cooperazione non possono sospendere l’attività senza interrompere l’erogazione di servizi fondamentali ai cittadini o a intere filiere di trasformazione». È l’allarme che viene dal presidente di Confcooperative Fvg, Daniele Castagnaviz, all’indomani del vertice delle categorie economiche in Regione, giudicato positivo dall’associazione: «Un incontro molto utile. È chiaro, infatti, che in questa fase il confronto fra tutte le istituzioni e tutte le categorie è fondamentale perché il momento – e il prossimo inverno ancora di più – rischia di vedere le imprese in forte difficoltà, anche perché spesso indebolite, ad esempio sotto il profilo patrimoniale, dai due anni di pandemia». «È estremamente importante supportare le imprese negli investimenti per il contenimento del consumo energetico o per l’autoproduzione, attraverso fotovoltaico o impianti a biomasse - sottolinea il segretario generale di Confcooperative Fvg, Nicola Galluà - anche semplificando l’iter autorizzativo. Ma è altrettanto chiaro che servono pure misure emergenziali perché molte imprese saranno probabilmente costrette a ricorrere alla leva del credito per affrontare questi costi aziendali straordinari».

Ultimo aggiornamento: 12 Settembre, 12:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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