Cimolai, per il salvataggio dell'azienda interessato anche un fondo americano

C'è una data ben precisa che la Cimolai deve rispettare ed è il 20 di dicembre, quando scadono i tempi per avere tutte le carte a posto.

Lunedì 21 Novembre 2022 di Loris Del Frate
Cimolai, crisi finanziaria, un fondo americano interessato all'azienda

PORDENONE - Potrebbe esserci un nuovo interessamento per la Cimolai, caduta in disgrazia per una crisi finanziaria legata ai derivati che hanno messo in ginocchio il colosso pordenonese dell'acciaio. Dopo le due imprese che si erano fatte avanti nelle settimane scorse, la francese Vinci e il gruppo italiano Webuild, ora si parla di un fondo americano. Nessuna indiscrezione sul nome, così come da parte dell'azienda pordenonese vige il massimo riserbo.

Da quanto si è saputo, però, questo fondo americano avrebbe manifestato un interesse che allo stato, comunque, non si sarebbe evidenziato con atti concreti. Resta il fatto che il nuovo avvicinamento, seppur solo esplorativo, evidenzia che l'impresa del presidente Luigi Cimolai ha un appeal considerevole.

Un fondo americano in corsa per salvare l'azienda

Se da un lato l'interessamento di questo fondo americano è una buona notizia perchè allarga il ventaglio delle opportunità di un recupero finanziario, dall'altro potrebbe avere qualche problema sulla gestione degli assetti societari della Cimolai. Due le questioni che il consiglio di amministrazione aveva messo in chiaro nella ricerca di eventuali partner, la prima legata al fatto che sono più graditi i patti con gruppi industriali rispetto a quelli finanziari, come può essere un fondo, la seconda, invece, inerente alla maggioranza societaria. Luigi Cimolai, infatti, aveva fatto trapelare più volte la volontà che la maggioranza dell'azienda restasse nelle mani della famiglia. Difficile pensare però che un fondo possa accontentarsi di una quota minoritaria, almeno secondo illustri precedenti, anche in provincia di Pordenone.

Cimolai, in discussione ora la maggioranza della società


C'è da aggiungere un altro aspetto che non può essere dimenticato. La richiesta di concordato, azione già messa in campo dallo staff di esperti che stanno lavorando per salvare la Cimolai, deve essere completata con l'immissione nel capitale sociale di almeno 100 - 150 milioni di euro e la realizzazione di un piano di recupero che possa convincere i creditori e soprattutto il giudice. Passaggi delicati, non c'è dubbio, ma che sono scanditi da tempi precisi che ora iniziano a farsi sentire.

Cimolai, sempre più vicina la data limite del 20 dicembre


C'è una data ben precisa che la Cimolai deve rispettare ed è il 20 di dicembre, quando scadono i tempi per avere tutte le carte a posto. In più c'è da affrontare anche l'udienza fissata per il 13 dello stesso mese legata al primo passo positivo portato a casa dall'equipe che sta lavorando, ossia il congelamento temporaneo di 100 milioni di euro di garanzie collaterali legate ai derivati che la società avrebbe dovuto pagare ai creditori. Più o meno un terzo dei debiti accumulati con gli stessi derivati che complessivamente ammonterebbero a circa 300 milioni, ai quali sono poi da sommare altri 450 milioni di esposizioni con le banche. Il tempo è tiranno.

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Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 10:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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