Covid-party, ultima "follia" no-vax: pagano per contagiarsi e avere il pass. Il primario: «Rischiate la morte»

Mercoledì 23 Febbraio 2022 di Marco Agrusti
Un reparto di Rianimazione
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Anche in Friuli Venezia Giulia scatta l’allarme per i cosiddetti “Covid party”, cioè gli incontri organizzati di proposito dai no-vax per esporsi a un positivo e contrarre il Covid.

Con un solo obiettivo: ottenere, dopo la malattia o la semplice positività al tampone, il Green pass rafforzato da guariti, che equivale a tutti gli effetti a quello che viene rilasciato ai vaccinati. L’ultima “follia” del variegato movimento no-vax corre come al solito su Telegram, dove una chat è stata creata proprio per questo motivo e ne fanno parte anche diversi cittadini del Friuli Venezia Giulia.

Si chiama “Casual Coronavirus party”, ma di casuale c’è ben poco, perché è tutto organizzato. A rispondere - a distanza - è però un primario di Terapia intensiva in prima linea da due anni. E il suo messaggio è di quelli potenti: «State attenti, non è un gioco. Rischiate la vita». 

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IL GRUPPO


«Ciao, sono di Udine, cerco positivi in zona. Va bene anche in Veneto». «Vivo al confine tra la provincia di Udine e quella di Pordenone, ma sono disposto a fare anche mille chilometri per contagiarmi». Il gruppo funziona così. Si mette un annuncio, a cui risponde (in pubblico o in privato) chi è positivo al Covid. A quel punto parte la trattativa, vera e propria. Sì, perché quello della chat che si “nasconde” su Telegram è un vero e proprio mercato nero. Essere contagiati da un positivo, infatti, nella logica del “favore” non può naturalmente essere un servizio gratuito. D’altronde con la guarigione si ottiene il Green pass rafforzato, quindi si riaprono le porte del lavoro e della vita sociale. Non è poco. E non è poco nemmeno il “tariffario” scelto dai molti no-vax che anche in Veneto e Friuli Venezia Giulia fanno parte del gruppo nato online. «Cerco positivi in zona Verona, offro 50-80 euro», scrive un utente. Ma si arriva anche a 100 o 200 euro per una prestazione “lampo”, cioè nel giro di un giorno massimo due. Per essere certi di poter tornare al lavoro dopo circa due settimane, una volta (e se) guariti. Il pagamento? Vince il cash, anche se non manca chi propone un anticipo a distanza. Sorprende poi come la chat pulluli di persone disposte anche a trasferte lunghe tutto lo Stivale, pur di contagiarsi. Il metodo è semplice: l’unica regola è quella di rimanere a distanza ravvicinata dal positivo e se possibile bere dallo stesso bicchiere. 


L’ALLARME


«Non ne posso più di queste cose, ho la nausea», è il commento laconico di Lucio Bomben, dipartimento di prevenzione di Pordenone. Ma la replica più ficcante arriva dal reparto dell’ospedale che più da vicino ha visto la sofferenza, le vittime, i lunghi periodi da intubati di pazienti spaventati. Lo stesso reparto - la Terapia intensiva - che oggi vede praticamente solo non vaccinati soffrire a pancia in giù sul letto. «Purtroppo per noi non è una novità - spiega il primario Tommaso Pellis -. Abbiamo avuto anche dei pazienti che sono finiti in ospedale proprio dopo una “festa Covid”. E c’è anche chi purtroppo non ce l’ha fatta. Il mio messaggio è uno solo: non si scherza, rischiate di finire davvero male. Oggi i ricoverati con tre dosi sono praticamente nulli. Con il booster la malattia grave è quasi scomparsa. Ma una persona totalmente non vaccinata che decide di contagiarsi di proposito deve sapere che sta andando incontro a una vera e propria roulette russa. E le cose possono andare molto ma molto male. Noi viviamo queste situazioni ogni giorno». 

Ultimo aggiornamento: 17:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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