Non solo Puzzer, ecco chi ha guidato l'assalto all'ospedale: in testa un farmacista

Venerdì 17 Dicembre 2021 di Marco Agrusti
Il sit-in in ospedale a Pordenone
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Il foglio di via che il questore di Pordenone ha consegnato nelle mani del portuale triestino Stefano Puzzer non è stato l’ultimo atto. La manifestazione non autorizzata dei sanitari no-vax e no Green pass che mercoledì mattina ha sconvolto la (relativa) normalità dell’ospedale di Pordenone avrà una seconda “coda”. 
A farne le spese stavolta potrebbe essere uno dei leader improvvisati del sit-in, il farmacista dell’ospedale Fabio La Falce.

Ieri mattina, infatti, dal presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche, Luciano Clarizia, è partita - attraverso il legale dell’associazione professionale stessa - una segnalazione ufficiale all’Ordine dei farmacisti di Torino, dove risulta iscritto il sanitario che è comparso al fianco di Puzzer al sit-in dell’ospedale. «E sono pronto anche a tutelarmi sul piano personale», ha aggiunto Clarizia. 


IL MOVIMENTO


Stefano Puzzer, il portuale di Trieste già “icona” della protesta dello scalo lo scorso 15 ottobre, lo conoscono ormai in molti. Ma mercoledì a Pordenone era un “ospite”. Una specie di “bandiera” da sventolare e buona ormai per qualsiasi invettiva no-vax. In prima linea, in poche parole, c’erano altri. E in primis proprio il farmacista La Falce, che con la sua voce - circolata nelle chat dei “dissidenti” - ha chiamato a raccolta i manifestanti. Un ruolo riconfermato anche sul campo, durante il sit-in dell’ospedale, quando il sanitario di ruolo al Santa Maria degli Angeli (era al lavoro fino all’entrata in vigore delle nuove norme sulla terza dose negli ambienti della salute) ha preso la parola comparendo a pochi centimetri da Puzzer. È stato lui, ad esempio, il primo a contestare l’ambigua circolare dell’Azienda sanitaria relativa all’uso del Green pass. Sempre lui, poi, ad annunciare di non voler fare la terza dose del vaccino ma di aver completato il primo ciclo di immunizzazione. Basta tornare indietro di due mesi esatti, però, per ritrovare sempre il farmacista La Falce in prima linea. Allora il contesto era diverso, più centrale nella logica della battaglia no-vax. Erano i giorni caldi del porto di Trieste e proprio il sanitario mezzo piemontese e mezzo pordenonese era tra i portuali. «Porto di Trieste sempre bloccato da una marea di persone - scriveva sui social -, fatelo sapere a tutti». In mezzo tutto il repertorio e il campionario delle teorie no-vax (nonostante una doppia iniezione per non perdere, inizialmente, il diritto al lavoro in ospedale), dal «siero sperimentale» alla «dittatura sanitaria». 


IL LEADER TRIESTINO


E del sit-in all’ospedale di Pordenone ieri è tornato a parlare anche lo stesso Stefano Puzzer. Lo ha fatto commentando allo stesso tempo sia la manifestazione che il “Daspo” ricevuto dalla Questura cittadina. «Mi hanno definito un individuo pericoloso - ha detto -. Sono stato trattato come un terrorista». Puzzer ha confermato che a contattarlo era stato La Falce. «Se la mia visibilità può servire, la metterò sempre nelle mani di altre categorie. Ho portato solo la mia solidarietà. Abbiamo chiacchierato, non c’erano palchi né microfoni. Non c’era un blocco, eravamo su un’aiuola. Io invece sono stato additato come un individuo pericoloso, che istiga le persone alla violenza. Non c’è stato alcun assalto all’ospedale e volevo solo spiegare quanto accaduto». Infine l’annuncio: «Venerdì (oggi, ndr) faremo un bel comunicato per dare una risposta al governo». Non è chiara la domanda alla quale il movimento risponderà. 

Ultimo aggiornamento: 18 Dicembre, 10:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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