PORDENONE/UDINE - Il 90% dei circa 3.500 matrimoni celebrati ogni anno in Friuli Venezia Giulia sono saltati nel 2020 a causa del coronavirus. La perdita per l’intero indotto si aggira sui 300 milioni di euro. La stima è di Confcommercio Federmoda Fvg che con la presidente regionale Antonella Popolizio, il presidente udinese Alessandro Tollon e la dirigente Renata Lirussi, titolare di un negozio di vestiti per sposi, denuncia una situazione «insostenibile» per migliaia di aziende.
«La situazione è pesante per tutti – sottolineano Popolizio e Tollon –: mancano i clienti stranieri, il clima è di incertezza e negatività, lo shopping è pesantemente penalizzato. E non sono previsti aiuti per noi che, comunque, possiamo tenere aperte le attività. Parliamo tra l’altro di aziende che fanno ordini con un anticipo di 6-9 mesi e che si ritrovano i negozi pieni di merce che si fatica a vendere. L’intervento più urgente per il nostro settore è il credito d’imposta sul magazzino, nella misura del 30%, da applicarsi sull’eccedenza delle rimanenze finali del 2020 rispetto alla media del triennio precedente». Un grido dall’allarme ancora più alto è quello del wedding. Una filiera, sottolinea Lirussi, «che coinvolge una molteplicità di figure professionali e servizi: agenzie di viaggio, trasporti, alberghi, ristorazione, ovviamente abbigliamento, fotografi e videomaker, musica, bomboniere e oggettistica, parrucchiere ed estetiste, fioristi e pasticceri, animazione e babysitting, immobiliare e arredamento, oggettistica». Se si considera che nove matrimoni su dieci in Fvg sono stati rinviati e che ciascun evento, con una media di un’ottantina di invitati, ha un valore di 85mila euro, si arriva a 300 milioni di fatturato in fumo. «Il settore – rimarca dunque Confcommercio Federmoda Fvg – ha bisogno di attenzione da parte del governo con contributi e fondi ad hoc, sospensione dei versamenti fiscali e agevolazioni mirate a consentire la sopravvivenza per migliaia di aziende che altrimenti hanno serie probabilità di fallire».