Covid, rispuntano gli hub vaccinali per accelerare su terza dose e "under 12"

Lunedì 15 Novembre 2021 di Davide Lisetto
Il polo vaccinale che era stato realizzato nei mesi scorsi alla Fiera di Pordenone
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PORDENONE - La campagna vaccinale per le terze dosi (oltre che per prime e seconde per chi non si è immunizzato finora) dovrà subire un’accelerazione nelle prossime settimane.

Anche in funzione del fatto che - con l’inizio di dicembre - sarà dato il via libera alle classi di età fino ai 40 anni. Oggi siamo fermi ai 60 anni come popolazione, salvo le categorie fragili e il personale sanitario. Un’accelerazione che richiederà inevitabilmente un potenziamento degli attuali hub vaccinali gestiti dall’Azienda sanitaria. La rete dei poli vaccinali sul territorio del Friuli occidentale vede un punto per le vaccinazioni per ciascuno distretto territoriale, solitamente all’interno dei locali ospedalieri o delle sedi periferiche del dipartimento di prevenzione nei singoli distretti. I grandi poli - come la Fiera di Pordenone o i palazzetti e le palestre che erano stati allestiti a Sacile e San Vito - a inizio campagna hanno continuato a funzionare fino all’estate. Poi, via via, il rallentamento delle adesioni di “massa” ha portato nei mesi scorsi l’Azienda sanitaria a compiere scelte diverse. Ora, in previsione dell’accelerazione della terza dose e a dicembre anche dell’ingresso della campagna dei bambini under 12, potrebbe richiedere un potenziamento degli stessi hub. E una mano potrebbe arrivare anche dalla rete dei poli vaccinali nelle aree industriali che erano stati messi in piedi dopo un accordo tra Confindustria Alto Adriatico e le organizzazioni sindacali: intesa volta a incrementare le immunizzazioni direttamente nelle fabbriche.


I PUNTI SUL TERRITORIO


Attualmente i poli vaccinali gestiti da Asfo sono cinque. Il più grande è quello del distretto urbano che, nell’agosto scorso, è stato trasferito dalla Fiera alla Cittadella della Salute. È proprio degli ultimi giorni l’intesa tra Distretto urbano e Comune per ampliare gli spazi che si sono mostrati troppo stretti per rispondere alla campagna della terza dose. Oltre agli ambulatori del piano terra della Cittadella sarà utilizzato (per i prossimi 5 mesi) anche il terzo piano della nuova struttura di via Montereale messo a disposizione dal Comune. A San Vito le vaccinazioni vengono eseguite (un paio di giorni la settimana) nei locali ospedalieri. A Sacile si è adottata la stessa linea: vaccini nei locali dell’Azienda sanitaria nel “plesso sanitario” di via Ettoreo. Così come avviene nei poli ospedalieri di Maniago e di Spilimbergo: punto che servono l’intera area pedemontana e montana del territorio. A questa rete pubblica potrebbero presto aggiungersi almeno un paio di hub vaccinali tra quelli che erano stati messi in funzione a inizio della scorsa primavera dopo un accordo tra Confindustria Alto Adriatico e le organizzazioni sindacali. Centri vaccinali che avevano l’obiettivo di “entrare” nelle zone industriali e facilitare la vaccinazione dei lavoratori delle fabbriche. Un sistema che potrebbe essere riattivato nel giro di poco tempo e diventare di servizio, non solo per i lavoratori, ma per l’intera comunità. Due di questi poli, Vallenoncello e Maniago, sarebbero in grado di essere operativi nel giro di poco tempo attraverso un accordo con la Regione. «Sono autonomi - spiega il presidente di Confindustria, Michelangelo Agrusti - in quanto funzionano con il personale medico della Cooperativa di cure primarie e con la Croce Rossa. Possono essere aperti a tutta la comunità, ma per farlo dobbiamo trovare l’intesa con la Regione. Credo non sia difficile e si potrà fare in poco tempo». Il polo di Vallenoncello è in grado di arrivare fino a otto postazioni. Un supporto non di poco conto, come lo è stato a inizio della campagna vaccinale.

Ultimo aggiornamento: 17:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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