Dopo la possibilità, la speranza concreta.
I NUMERI
Il conteggio che porterà al monitoraggio più importante della storia recente della pandemia in Friuli Venezia Giulia è partito venerdì. Fa riferimento all’incidenza dei contagi sui 100mila abitanti sui sette giorni. In sequenza, giorno per giorno, la regione ha fatto registrare 513 casi venerdì, 452 sabato, 342 a Pasqua e 150 ieri, nel giorno di Pasquetta. La discesa della curva, condizionata ma solo in parte da un lieve calo dei tamponi, è evidente. Al momento, la proiezione dell’incidenza è al di sotto del numero determinante, che è quello di 250 contagi su 100mila abitanti per sette giorni. A meno che il conteggio non torni a salire in modo anomalo, la regione dovrebbe centrare l’obiettivo di arrivare al dato finale di giovedì con un valore inferiore al limite e quindi guadagnare il diritto a passare dalla zona rossa alla zona arancione.
LE VARIABILI
Come detto, ci sono dei “ma”. La pressione sulle Terapie intensive, che ieri hanno raggiunto gli 86 ricoveri, è ancora molto alta. Il tracciamento non è in linea con lo standard richiesto e in alcune zone della regione il contagio è ancora alto. Ma si prevede che il valore di Rt, che misura la velocità dell’infezione, cali ancora. È già al di sotto della quota uno e dovrebbe scendere ulteriormente. Con l’Rt sotto l’uno, un nuovo calo dei contagi rispetto alla settimana precedente e soprattutto un’incidenza inferiore ai 250 casi su 100mila abitanti, dovrebbe essere praticamente scontato lo scivolamento dal rosso all’arancione. Solo una visione “rigorista” del monitoraggio, basata magari sulla pressione ancora esercitata dall’epidemia sugli ospedali, potrebbe mantenere la regione in lockdown. E se così fosse, si andrebbe certamente almeno sino al 20 aprile, la data che per ora coincide con la scadenza naturale dell’ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza.
I TIMORI
In Regione, però, più dell’eventuale passaggio in zona arancione, preoccupa un fatto. «La curva non scende alla velocità che vorremmo», confessa il vicepresidente Riccardo Riccardi. Il crollo non c’è ancora, anche se è passato più di un mese dall’uscita dalla zona gialla. E si insinua un dubbio: nemmeno la zona rossa, vista la stanchezza generale dei cittadini, è più utile come lo fu il lockdown totale dell’anno scorso.
NUOVE REGOLE
In conclusione, se il Fvg dovesse tornare in arancione, riaprirebbero tutte le scuole, anche le superiori ma al 50 per cento della capienza. Gli spostamenti tornerebbero ad essere consentiti senza autocertificazione all’interno del proprio comune. Riaprirebbero tutti i negozi, ma non bar e ristoranti, che puntano a maggio per una ripartenza. A quel punto, si spera, definitiva.