Covid, il Fvg rischia il lockdown di un mese: ecco la strategia per evitarlo e cosa deve succedere

Martedì 30 Marzo 2021 di Marco Agrusti
Il presidente Fedriga

PORDENONE E UDINE - Il Friuli Venezia Giulia ha un’incidenza sui 100mila abitanti di 317 casi. È il calcolo dell’Istituto superiore di sanità che si basa sui sintomatici. Il conto completo, arriva invece a 410 casi. Sono numeri troppo lontani dai 250 contagi sui 100mila abitanti, che costituiscono il limite tra la zona rossa e l’arancione, tra il lockdown e un passo verso l’uscita. E il rischio è grosso: la regione, anche se i casi nei prossimi giorni scenderanno, rischia di presentarsi al monitoraggio del 9 aprile, quello decisivo per la scelta del colore (il lockdown durerebbe comunque almeno sino al 13 del prossimo mese), ancora con dati da zona rossa. Per questo ieri dal presidente del Fvg, Massimiliano Fedriga, è partito un appello diretto al presidente del Consiglio, Mario Draghi: i vertici regionali vogliono che sia rivisto e “depotenziato” il parametro dei 250 contagi su 100mila abitanti, introdotto proprio dal nuovo Esecutivo su indicazione del Comitato tecnico-scientifico. 
LA SPIEGAZIONE
La decisione di contestare il parametro che oggi mantiene il Fvg in zona rossa (l’indice Rt infatti sarebbe da arancione) è nata dopo un colloquio privato tra il presidente Fedriga e il vice Riccardi. Sul tavolo, i numeri del contagio ma anche quelli dei tamponi. È vero infatti che sebbene il Fvg sia al primo posto in Italia per incidenza sui 100mila abitanti, è ai vertici anche per numero di tamponi effettuati ogni giorno, con punte quotidiane di 13mila test su 1,2 milioni di abitanti. Altre regioni, invece, cercano meno e logicamente trovano meno. Quello che chiede la Regione è semplice: non si elimini del tutto il parametro dei 250 contagi, ma lo si affianchi a un indicatore che tenga conto anche della sorveglianza attiva, cioè dall’attività messa in campo per individuare il virus. «Se venisse considerata questa mitigazione tra i parametri - spiegano dalla Regione - anche le misure restrittive che colpiscono in questo momento l’economia cambierebbero». Non immediatamente, perché in Fvg c’è ancora una pressione molto alta sulle Terapie intensive. «E quello - ha ammesso Riccardi - è un parametro più che credibile». 
IL PRESSING

«È necessario dare una prospettiva ai cittadini, la situazione è ancora delicatissima ma se abbiamo dato delle regole, giuste o sbagliate che siano, è sbagliato cambiarle e renderle più stringenti, se i numeri permettono ad alcuni terrori di andare in zona gialla è giusto dare questa opportunità». Lo ha detto Massimiliano Fedriga ieri a 24Mattino di Simone Spetia su Radio 24. Secondo Fedriga si tratta di un ragionamento «in continuità con quanto detto dal premier Draghi che ha invitato a seguire i dati e anche noi diciamo di seguire i numeri e dove lo permettono andare in zona gialla».
LE CRITICITÀ
Fedriga, durante l’incontro telematico di ieri, ha chiesto al premier Draghi anche di «garantire il personale alle Regione per fare i vaccini.

Il precedente governo ci aveva promesso l’invio di personale: sarebbero dovute arrivare più di 300 persone, ma ne sono arrivate 50, a fronte di una necessità a livello regionale che sfiora le 500 persone aggiuntive. Oggi sono le Regioni che si stanno rimboccando le maniche, che stanno mettendo a disposizione il personale, che stanno facendo la parte organizzativa, che stanno facendo gli hub, che stanno iniettando i vaccini». Infine Fedriga ha fissato l’obiettivo: arrivare a 7mila dosi di vaccini al giorno in regione. 

Ultimo aggiornamento: 31 Marzo, 09:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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