Covid, troppi insegnanti senza la terza dose del vaccino: le scuole rischiano il blocco

Mercoledì 2 Febbraio 2022 di Alessia Pilotto
Una classe vuota

Green pass decurtato, una nuova tegola sul mondo della scuola.

Da ieri, infatti, la validità del certificato è passata da nove a sei mesi, lasciando “scoperto” chi non ha fatto la terza dose e, tra questi, molti insegnanti. Un problema per diversi dirigenti scolastici, che rischiano di dover fare i conti con altre assenze, che si uniscono a quelle legate a positività, quarantene e sospensioni. 


I CASI


Nel 3° e 4° Istituto comprensivo di Udine, ad esempio, solo ieri c’erano dieci docenti con il pass scaduto, ma il dirigente Paolo De Nardo rassicura: «In questi giorni sta emergendo il problema delle certificazioni scadute, ma tutti hanno già prenotato la nuova dose quindi abbiamo qualche giorno di tolleranza. Io ho semplicemente sollecitato ad anticipare. Secondo la norma, che ho applicato, dopo l’avviso ci sono cinque giorni di tempo per produrre i documenti di prenotazione, ma molti già lo faranno tra domani e dopodomani (oggi e domani, ndr)». 


LA PROTESTA


Il Coordinamento dei presidenti di consigli di istituto, invece, solleva un’altra questione che sta paralizzando le scuole, in particolare quelle del primo ciclo: il tracciamento è saltato e quindi studenti o intere classi non vengono riammesse alle lezioni in presenza nonostante la fine della quarantena e i tamponi negativi. Insomma, mancano i provvedimenti di fino isolamento, un problema dovuto al sottodimensionamento dei Dipartimenti di prevenzione. «C’è molta confusione – dice Rachele Petrin, portavoce del Coordinamento che ha inviato una nota ai prefetti e alla Regione -, e la situazione è frammentata e varia a seconda delle fasce d’età e dell’autonomia degli istituti. Soprattutto per le primarie ci sono problemi legati al fatto che non tutte le scuole riammettono in classe gli alunni alla fine delle quarantene perché è necessario che sia l’Azienda sanitaria a farle finire o almeno a dare ai dirigenti indicazioni. Di conseguenza rimangono delle bolle, con studenti che non possono rientrare perché le Aziende non riescono a star dietro al tracciamento e le comunicazioni tardano ad arrivare, anche di quattro giorni. Ci sono dirigenti che si espongono e li riammettono, di fatto, però, accollandosi una materia che non è loro. Senza contare che i vari proclami creano anche false aspettative: si è sentito parlare di snellimento delle procedure e magari anche i genitori pretendono che la scuola riammetta uno studente se negativo, ma non è così». A questo, si aggiungono nuove segnalazioni che riguardano sempre i certificati, questa volta di inizio quarantena: «A dicembre arrivavano, nominativi, tramite il registro elettronico – fa sapere Petrin -, ora non arrivano più individualmente e quindi i genitori sono costretti a prendere ferie perché non risulta il figlio in quarantena anche se ad esempio il preside attiva la dad. I dirigenti scolastici stanno dando anima e sangue per fare didattica in tutti i modi e crediamo che il collo di bottiglia sia nei Dipartimenti di prevenzione che hanno poco personale: ormai il tracciamento sembra sfuggito di mano». 


LA REPLICA


I presidi continuano ad attendere lo snellimento delle procedure: «La situazione continua ad essere molto critica – commenta Luca Gervasutti, dirigente dello Stellini di Udine -, proprio perché c’è la sensazione di essere stati lasciati soli in una situazione difficile che peraltro dovrebbe essere risolta dai Dipartimenti. Invece, risposte di natura sanitaria ricadono in capo di dirigenti: ci stiamo occupando di questioni che non sono di nostra competenza. Vediamo che anche la politica fa difficoltà a rispondere velocemente alle urgenze del momento: ci era stata promessa una procedura più snella e siamo ancora in attesa. Continuiamo ad essere in prima fila ed è difficile soprattutto nelle scuole di primo ciclo perché purtroppo spesso le famiglie non sono collaborative. Alla fine, le scuole mostrano la faccia, ma stanno facendo le veci dei Dipartimenti: questo porta al fatto che i dirigenti si muovono in autonomia, dato che non ricevono risposte dagli organi preposti e si trovano a doverle dare ai genitori e a trovare soluzioni, gestendo in prima persona anche se i decreti dicono che spetta alle Aziende decidere su quarantene e rientri».

Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 10:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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