La crisi è già scoppiata.
LA PRESSIONE IN FVG
Code che sfiorano l’ora e mezza, farmacie che si sono attrezzate con dei percorsi separati per gestire i flussi e garantire a chi chiede semplicemente un farmaco di non “annegare” nel mare delle richieste di test. Federfarma del Friuli Venezia Giulia ha lanciato l’allarme: «Dal 15 ottobre - ha spiegato il leader Francesco Innocente - sarà difficile anche acquistare una medicina. Ci aspettiamo che il problema esploda».
LE STORIE
Le farmacie del Fvg stanno cercando di fare il possibile: ingaggiano centralinisti per gestire le richieste telefoniche, assoldano infermieri a tempo pieno per non impegnare il proprio personale nell’esecuzione dei tamponi. Ma in una situazione già carica di tensione, è l’atteggiamento delle persone non vaccinate a preoccupare di più i farmacisti. «Siamo di fronte a un fenomeno difficile da gestire - ammette Innocente -, perché colpiti soprattutto dall’arroganza di molti clienti no-vax». Le richieste, a volte, sono le più impensabili. «Ci sono persone che vogliono eseguire il tampone all’alba, perché poi devono andare a lavorare. Ma le farmacie a quell’ora sono chiuse, allora protestano. Altri chiedono appuntamenti alle nove della sera. I nostri dipendenti sono già affaticati, non possiamo costringerli a straordinari massacranti». Ma c’è anche chi si spinge oltre e anche dopo aver effettuato il tampone si dimostra aggressivo. «È capitato - prosegue il report di Federfarma - di trovarci di fronte a minacce di denuncia portate da clienti che accusavano i farmacisti o gli infermieri di aver provocato loro problemi al naso dopo l’esecuzione del tampone».
LA PROPOSTA
Il problema è noto: di fronte a praticamente tutte le farmacie che offrono il servizio di test rapidi contro il Covid, le code sono diventate la normalità. Anche un’ora e mezza di attesa, in certi casi. Per questo i vertici di Federfarma stanno pensando a una possibile soluzione, che naturalmente non potrebbe dipendere solamente dalla loro volontà. Anzi, richiederebbe un impegno ulteriore da parte del sistema sanitario primario, già sotto pressione dal punto di vista del personale. Ecco il cuore della richiesta: creare dei centri per l’esecuzione dei tamponi rapidi dedicati a chi deve ottenere il Green pass temporaneo, quello cioè che si riceve effettuando il test e non dopo la vaccinazione. «Com’è stato fatto per la campagna di immunizzazione». ipotizza e “scatta in avanti” Innocente.