Covid, in Fvg si torna a scuola ma manca un piano per i tamponi: è stretta sugli isolamenti, ecco le regole

Mercoledì 7 Aprile 2021 di Marco Agrusti
Un test rapido a scuola

Sarà tutto come prima, ad eccezione dell’intervento - riportato su queste pagine - che inasprirà le regole sulla quarantena estendendole ai familiari degli alunni sottoposti a isolamento e sempre più spesso a intere classi.

Per il resto non cambierà nulla. Da oggi (mercoledì 7 aprile) tornano a scuola gli alunni delle scuole sino alla prima media. Riapriranno nidi e asili nonostante la zona rossa e ripartono anche gli scuolabus. Non ci saranno test rapidi programmati per effettuare uno screening preventivo, e si continuerà a inseguire i contagi che quasi certamente si verificheranno.


L’APPELLO
Su questo tema è intervenuto il consigliere del Pd Cristiano Shaurli. «La giunta Fedriga ascolti l’allarme di presidi e famiglie: servono tamponi programmati per gli studenti ed un sistema di tracciamento che funzioni per accompagnare in sicurezza la riapertura della scuola. Con quasi 6 milioni di abitanti – evidenzia Shaurli - Il Lazio arriva alla riapertura delle scuole con tamponi gratis e senza prescrizione per tutti gli studenti delle superiori con semplice prenotazione online. Se lo ha fatto il Lazio, che grazie alle sue scelte è in zona arancio molto prima di noi, ci chiediamo: perché non è in grado di farlo la nostra regione, piccola e in passato esempio per le sue capacità?».
DIRIGENTI
Della ripartenza delle scuole in Friuli Venezia Giulia ha parlato anche Teresa Tassan Viol, dell’associazione dei dirigenti scolastici. «In un momento di zona rossa come questo - ha detto - e dal momento che all’interno delle scuole le regole non sono cambiate, facciamo più che mai un appello alle famiglie affinché i comportamenti siano consoni e rispettosi. Quanto a noi, siamo nella casella sulla quale ci eravamo fermati. Non è cambiato molto, ora dobbiamo sperare che i contagi calino sul territorio, e qualche segnale che va in questa direzione finalmente inizia ad esserci. La riapertura delle scuole è dettata da un’esigenza sociale che non si poteva trascurare».


LA QUESTIONE LOZER
Passando dal generale al particolare, ieri si è discusso (a distanza, in forma telematica) del caso legato alla “famosa” aula jolly della scuola media Lozer di Torre, a Pordenone. Oltre ai rappresentanti dei genitori era presente anche la dirigente scolastica. In “regia” il Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale. Al termine dell’incontro è emersa la volontà della dirigenza di proseguire lungo la strada disegnata a inizio anno. L’aula jolly, che “raccoglie” gli alunni in eccesso dalle altre classi, rimarrà. E anche gli esperti del Dipartimento hanno dato il loro consenso, pur invitando la dirigenza a presentare - nel caso - un progetto alternativo. Molto negativo il giudizio dei genitori, che ora potrebbero interessare del caso anche la Prefettura di Pordenone. Di fatto, all’interno dell’aula jolly, gli studenti seguono le lezioni online come se si trattasse di una forma ibrida di didattica a distanza. Il Dpcm in realtà prevederebbe che la presenza all’interno dell’istituto, soprattutto per gli alunni con difficoltà, non fosse caratterizzata da elementi di “distanza” come quelli che distinguono l’aula jolly.

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