Covid in Fvg, la quarta ondata non fa più paura: «Stiamo addomesticando il virus». Ecco la strada per non chiudere più nulla

Venerdì 30 Luglio 2021 di Marco Agrusti
Una terapia intensiva

 L’opinione è ormai unanime: siamo entrati in una nuova era - fortunatamente migliore di quella precedente - nella giovane e dinamica storia del Covid. È l’era di una convivenza “pacifica” con il virus, quella che nella speranza di tutti consentirà di far coesistere il contagio con tutte le attività economiche e con la libertà di movimento.

E il merito è tutto dei vaccini e della loro penetrazione tra la popolazione. A scanso di equivoci, e per far capire che la base è scientifica e non “emozionale”, a chiarire il quadro ci sono i numeri. La Regione li ha aggiornati ieri ed è toccato al vicepresidente Riccardi dar loro nome e cognome: la domanda ospedaliera sulle circa 500mila persone che hanno ricevuto anche la seconda dose è crollata allo 0,01 per cento. Zero virgola zero uno. È praticamente nulla. 


IL QUADRO


Anche in Friuli Venezia Giulia è arrivata la quarta ondata. In ritardo rispetto a quanto accaduto in altre regioni (si veda ad esempio il Veneto), ma è arrivata. Però è diversa da tutte le altre. Il virus non è cambiato, perché quando trova persone non protette è in grado di uccidere e di provocare danni gravi. È cambiato il “pubblico”, cioè i vaccinati. «Così - spiega Riccardi - stiamo riuscendo ad “addomesticare” il virus». Molto probabilmente a fine settimana il Fvg sarà arrivato a contare più di 400 contagi in sette giorni. Sono numeri da “ondata”, ma l’effetto sugli ospedali è totalmente diverso da quello che si avvertiva quando non c’erano i vaccini. I ricoverati nelle Medicine (reparti non gravi), oscillano infatti da settimane tra sette e otto unità. Quelli in Rianimazione, invece, tra zero e due. Non c’è una crescita esponenziale, non c’è nemmeno una tendenza, se non quella che porta alla stabilità. «Più che addomesticare - spiega l’infettivologo Massimo Crapis - stiamo contenendo il virus grazie alla vaccinazione. Non stiamo agendo su di lui, ma sulle persone». Contenere o addomesticare, poco cambia: la convivenza ora si può immaginare, senza chiudere più nulla. Sì, perché su 500mila persone totalmente vaccinate ci sono stati solamente 496 contagi (0,1 per cento) e 35 persone sono finite in ospedale in area medica. Solo due i malati in Intensiva dall’inizio della vaccinazione. C’è stato un decesso - un 78enne di Cordenons - che però rientra nella possibilità statistica (minima) che anche il vaccino possa proteggere in modo non sufficiente. Nessun prodotto, in medicina, è efficaca al 100 per cento. 


LA PROSPETTIVA


Grazie ai nuovi parametri, per entrare in zona gialla si dovrebbe raggiungere il 10 per cento dei posti occupati in Terapia intensiva, quindi 18 letti in Friuli Venezia Giulia. Una possibilità che sembra lontanissima anche in caso di un nuovo aumento dei contagi. Siamo davvero all’alba di una nuova era della pandemia. Un’era in cui non sarà solo possibile far ripartire con continuità solamente le attività economiche, in cui non solo si potrà circolare liberamente senza nuovi lockdown, ma in cui soprattutto si potrà tornare a una sanità più “normale”.  «Un fattore importante di questa nuova fase - spiega ancora Riccardi - è quello legato alle attività ospedaliere. Se la domanda legata al Covid resterà questa, ci permetterà di recuperare tante attività mediche che a causa della pandemia hanno subito rallentamenti o stop forzati. Ed è un tema importantissimo». Perché un’affermazione, tra le tante, è più giusta di altre: non esiste solo il Covid. Ma con il Covid aggressivo, il resto va in crisi. 

Ultimo aggiornamento: 07:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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