Pochi bambini vaccinati, le scuole friulane rischiano di rimanere ferme alla Dad

Sabato 5 Febbraio 2022
Pochi bambini vaccinati, le scuole friulane rischiano di rimanere ferme alla Dad
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Le nuove norme sulla scuola, licenziate da un consiglio dei ministri nel quale ha fatto rumore lo strappo dei tre leghisti del governo Draghi, allontanano di fatto la didattica a distanza. E viene inserita per ogni istituto e ogni grado la distinzione tra allievi vaccinati e non, tranne che all'asilo. Un modo per snellire le procedure e consentire alla maggior parte degli allievi di terminare l'anno scolastico in presenza e non da casa. Ma in Friuli Venezia Giulia le cose potrebbero purtroppo andare diversamente, perché la nostra regione è molto indietro proprio sul fronte delle vaccinazioni dei più piccoli, con dati bassi nella fascia tra 12 e 19 anni e ancora peggiori se si considera l'ultima platea entrata nel novero dei vaccinabili, cioè quella composta dai bimbi tra 5 e 11 anni.


IL NODO E LE REGOLE

Il decreto parla chiaro: niente più didattica a distanza per chi ha completato il ciclo vaccinale oppure è guarito da meno di 120 giorni, anche se in classe ci sono contagi. All'asilo, poi, la chiusura delle sezioni non scatterà più al primo caso accertato di Covid bensì al quinto. Ma alle materne i vaccinati sono pochissimi in tutta Italia e il problema resta. La vera differenza, per la nostra regione, inizia ad essere percepita dalle elementari in poi. Le nuove regole stabiliscono che alla primaria dopo il quinto contagio scatti la Dad per gli alunni che non si sono ancora vaccinati, mentre per le medie e le superiori le norme sono più stringenti, con la didattica a distanza che per i non vaccinati parte dal secondo contagio accertato nella stessa classe. Il punto è che in Friuli Venezia Giulia i non vaccinati tra i più giovani sono tanti, probabilmente troppi. E aumenta di conseguenza il rischio che la dad si riaffacci con prepotenza all'orizzonte dell'anno scolastico che invece si vorrebbe portare a conclusione in presenza.


I DATI

Si parte dalla fascia dei più piccoli, l'ultima ad essere inserita nella campagna di vaccinazione da quanto l'Ema ha dato il via libera al prodotto pediatrico distribuito dall'americana Pfizer.

La campagna in regione non è mai decollata e ancora oggi, ad esempio, risulta non vaccinato contro il Covid addirittura il 78 per cento della platea. È una quota altissima, che posiziona il Friuli Venezia Giulia nella terzultima piazza a livello nazionale. Solo il 10,5 per cento dei bimbi tra 5 e 11 anni ha ricevuto entrambe le dosi, mentre una quota più o meno simile è in attesa della seconda somministrazione. Si tratta di giovanissimi che in caso di contagi nelle classi finirebbero in didattica a distanza e costringerebbero le scuole a istituire una didattica integrata pesante. Le cose vanno meglio alle medie e alle superiori, cioè nella fascia che va tra i 12 e i 19 anni, anche se la media del Paese resta comunque molto lontana. In Fvg risulta vaccinato il 75 per cento della platea, mentre a livello nazionale il dato medio sale fino a raggiungere il 79 per cento. Una bella differenza, che in questo caso pesa.


ALLEGGERIMENTO

Delle nuove norme sulla scuola e dei vaccini pediatrici ha parlato anche l'assessore regionale all'Istruzione, Alessia Rosolen. «Le nuove direttive vanno nella giusta direzione - ha detto -, cioè quella di una semplificazione di una situazione che si era fatta davvero insostenibile. Non si poteva andare avanti così. In Fvg pochi vaccinati tra i bambini? È un motivo in più per aumentare la sensibilizzazione nei confronti delle famiglie affinché procedano con l'immunizzazione dei più piccoli, per una scuola sempre più in presenza».
 

Ultimo aggiornamento: 6 Febbraio, 11:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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