Covid in Fvg, scatta l'allarme: i no vax rischiano di intasare gli ospedali e avvicinare la zona gialla

Domenica 1 Agosto 2021 di Marco Agrusti
Una manifestazione no vax a Pordenone
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Un dato allarma il Friuli Venezia Giulia: tra le regioni che registrano l’aumento più marcato dei ricoveri ci sono alcuni territori in cui la quota di non vaccinati è più alta. La Sicilia, ad esempio, per quanto riguarda le vaccinazioni dei sessantenni e dei settantenni - alcune tra le fasce più a rischio, soprattutto a causa della diffusione della variante Delta - ha numeri in linea con quelli della nostra regione. E in questi giorni sta vedendo risalire la quota di ricoverati, tanto da temere il passaggio in zona gialla (non granché, dal punto di vista della libertà personale e dell’economia, ma non un bel segnale il piena estate) non tra due mesi, ma tra due settimane. È un rischio che può correre anche il Friuli Venezia Giulia? Al momento no, guardando i numeri degli ospedali, ma il pericolo è reale, perché la quota di vaccinati in alcune fasce è lo stesso. 


IL PERICOLO


Il Friuli Venezia Giulia, visti i dati del contagio e la quota praticamente inesistente di vaccinati che contraggono il Covid, può andare incontro alle stesse conseguenze che adesso temono di dover subire le regioni in odore di “giallo”.

Si deve guardare alla quota “no vax” che ancora resiste tra i sessantenni e i settantenni, dal momento che novantenni e ottantenni sono quasi totalmente coperti, e infatti i decessi sono prossimi allo zero costante. E non bisogna dimenticare nemmeno i cinquantenni, che per il 30 per cento della platea in Fvg non sono ancora vaccinati. Anche in questo caso è un dato simile a quello siciliano. Tornando invece ai sessantenni e ai settantenni, in Friuli Venezia Giulia, tra chi ha tra 60 e 69 anni la quota di non protetti è del 22 per cento. Significa che circa un sessantenne su cinque non è ancora protetto. Passando ai settantenni, la quota di non vaccinati scende al 16 per cento, ma è comunque alta, dal momento che più sale l’età, maggiore è il rischio di sviluppare la forma grave della malattia. Lo conferma l’aggiornamento di ieri: l’ingresso in Terapia intensiva che ha spostato la “lancetta” da quota due a quota tre ricoveri in regione è riferito a un paziente del 1951. Un settantenne, non vaccinato. 


I TIMORI


La zona gialla, come detto, non sarebbe certamente l’apocalisse. La maggior parte delle attività resterebbe comunque aperta. Bisognerebbe di nuovo indossare le mascherine all’aperto, al bar e al ristorante si potrebbe restare al tavolo solamente in quattro. E ancora, sempre riferendosi a bar e ristoranti, dalle 18 non sarebbe più possibile la consumazione all’interno. 


LE CONDIZIONI


Il Friuli Venezia Giulia per ora è abbondantemente al sicuro, ma negli ultimi giorni si è notato un aumento dei ricoverati non vaccinati negli ospedali del territorio. In Rianimazione ci sono tre pazienti, mentre nelle Medicine i ricoverati sono 14. Ecco le soglie da non superare per mantenere la zona bianca. 
Dovrebbe innanzitutto avere 18 ricoveri in Terapia intensiva, cioè più del 10 per cento della capienza, che ammonta a 175 letti attivabili in tutta la regione. Ci si sposta poi in Area medica, cioè nei reparti destinati ai malati meno gravi. Il governo ha scelto il 15 per cento dell’occupazione per il passaggio in zona gialla, quindi in Friuli Venezia Giulia dovrebbero esserci 191 ricoverati. Una quota molto alta, che per ora tiene abbondantemente al sicuro il territorio, e la sua zona bianca.

Ultimo aggiornamento: 2 Agosto, 10:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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