Si fa sempre più spazio l’idea - lanciata dal presidente della Regione Massimiliano Fedriga - di imporre limitazioni (in zona arancione o rossa, ma non in gialla) solo per i non vaccinati in caso di chiusure. Ieri la Conferenza delle Regioni, presieduta proprio da Fedriga, ha elaborato una proposta unitaria da presentare al governo. Va proprio nella direzione voluta dal leader leghista, nonché appoggiata dalla netta maggioranza dei presidenti. Ora la palla passa al governo, ma l’aria che tira è quella che in zona arancione o rossa i limiti non saranno più per tutti.
Quanti cittadini del Friuli Venezia Giulia rischiano allora di vedersi limitata o azzerata la vita sociale in caso di passaggio delle misure volute in primis da Fedriga?
L’EVOLUZIONE
Ad oggi in regione si sconta un netto ritardo della campagna vaccinale primaria (esclusa quindi la terza dose) rispetto a molti altri territori della Penisola.
I NO-VAX
A Trieste, città ormai simbolo del contagio, ci sarà addirittura una doppia manifestazione tra il fine settimana e martedì prossimo. Domani in piazza Libertà, davanti alla stazione ferroviaria, ci sarà un sit-in statico formato esclusivamente dai no-vax duri e puri, che contestano il vaccino prima ancora del Green pass. Martedì a Chiarbola, invece, piccolo corteo contro la certificazione verde. Intanto c’è anche una donna di 56 anni della provincia di Udine tra i soggetti perquisiti nell’ambito dell’inchiesta scattata sui movimento no-vax tra Genova e Firenze. Istigavano alla violenza sui canali social.
A UDINE
Intanto fa rumore la decisione del comitato per l’ordine e la sicurezza della Prefettura di Udine di vietare le manifestazioni nelle zone del centro storico e nei pressi della stazione ferroviaria e dell’autostazione. «È stato accolto il mio appello - ha detto il sindaco Pietro Fontanini -. Siamo in una pandemia e il virus circola, la città dovrà tutelarci. La decisione è molto positiva, chi manifesterà dovrà mantenere le distanze di sicurezza e gli accorgimenti contro la diffusione del contagio. La situazione è in peggioramento». Di tutt’altro avviso Stefano Salmè: «La decisione presa dal Comitato per l’ordine e la sicurezza di vietare il luogo simbolo delle manifestazioni No Pass, cioè piazza Libertà, rispecchia la deriva autoritaria di una classe politica che non è stata capace di affrontare con efficacia l’epidemia, salvo oggi trovare un facile capro espiatorio sui cui scaricare le proprie responsabilità».