A pochi giorni di distanza dalla pubblicazione del calendario che segnerà - dal primo aprile - l’abbandono delle restrizioni (Green pass incluso), a Pordenone tornano in piazza i no-vax.
IL MESSAGGIO
«La manifestazione - scrive il gruppo Pordenone per la libertà - si terrà con un spirito rinnovato di unione di tutti i gruppi di resistenza del Pordenonese e dei territori limitrofi. Oltre le nostre diversità e differenze, siamo il popolo, tutti uniti contro la malvagia dittatura mondiale che da decenni, vuole toglierci ogni nostro sacri diritto e libertà». Queste le parole con le quali viene presentata la manifestazione comunicata regolarmente alla Questura di Pordenone.
L’HUMUS
Per la pace, dunque, via l’Italia dalla Nato. Questo il pensiero del popolo no Green pass e no-vax. Nemmeno una novità assoluta, dal momento che anni fa fu il leader della Lega Matteo Salvini a sostenere la stessa linea in diretta televisiva. Poi, con i primi spari in Ucraina, la marcia indietro e la piena adesione alla causa del popolo aggredito. Tra i no-vax, invece, la scelta di campo è stata netta: vince a mani basse la “disinformazia” di Mosca, che fa breccia tanto quanto un video di un magnete che rimane attaccato al braccio a causa del vaccino. Basta una rapida scrollata dei messaggi che popolano le chat no-pass oggi, per capire a chi strizzi l’occhio il movimento. «Alla pace», si ostinano a sostenere. In realtà sono più i messaggi d’odio nei confronti del presidente ucraino Zelensky (spesso trascritto male come Zielinski, che in realtà è il centrocampista polacco del Napoli) che quelli finalizzati a una vera solidarietà nei confronti del popolo ucraino.
IL CAMPIONARIO
Una certa tendenza filo-Putin è lampante. E gli esempi sono decine. Un discorso della vicepremier ucraina Iryna Vereshchuk, sulla pagina “Pordenone per la verità”, viene definito addirittura come un «pericoloso delirio guerrafondaio». E ancora, sulla stessa pagina si parla senza alcuna vergogna di «genocidi della Nato». E sul discorso di Putin che annuncia l’invasione dell’Ucraina il commento è «vale la pena di ascoltarlo fino alla fine». Ancora più chiaro quanto succede nella chat diventata il “tempio” dei no-vax pordenonesi, cioè “Uniamoci per la libertà”, su Telegram. Compaiono messaggi del ministro degli esteri russo Lavrov, i manifestanti per la pace di Pordenone vengono chiamati «pecore», il governo ucraino viene definito «abusivo», le immagini della guerra sono stigmatizzate e bollate come artefatte dalla propaganda occidentale. Una “macchina” da far invidia alla Pravda. Un movimento che domani scenderà in piazza «per la pace».