Covid, troppi migranti contagiati e rischio varianti: pugno duro di Fedriga, lettera a Lamorgese

Sabato 12 Giugno 2021 di Marco Agrusti
Il presidente del Fvg, Massimiliano Fedriga
2

E anche ieri, in una giornata con pochi contagi in tutto il Friuli Venezia Giulia, i nuovi casi di Coronavirus riscontrati nelle comunità di migranti sono stati sei.

Il 26 per cento del totale dei positivi in regione sulle 24 ore. Sul territorio, specialmente a Gorizia e a Trieste, ci sono veri e propri focolai. E i centri di accoglienza sono tornati al centro dell’attenzione come fronti aperti della lotta al ritorno del virus. Per questo, e anche in seguito all’appello dei sindaci dei quattro capoluoghi di provincia, il presidente del Fvg Massimiliano Fedriga ha alzato il telefono, lanciando un messaggio forte al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. 


L’AZIONE


Un colloquio breve, ma diretto. Il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, stavolta ha parlato solo per la sua terra. Perché è al confine con la Slovenia, che si concentra un problema che poi si estende a tutte e quattro le province, anche a Pordenone. Fedriga ha idealmente raccolto il messaggio dei sindaci e ha fatto presente alla titolare del ministero degli Interni che la situazione, così com’è, sarà difficilmente gestibile dalle sole autorità regionali. Si torna insomma sempre allo stesso punto: la necessità di rinforzi da Roma, sia per controllare i confini orientali che - soprattutto - per dare una mano alle forze dell’ordine locali nel monitoraggio dei centri di isolamento. Il problema è proprio quello: «L’incombenza più seria - fanno sapere dallo staff di Fedriga - è legata alla necessità di disporre una quarantena per tutti gli arrivi, il tutto in luoghi in cui dev’essere garantito il distanziamento tra le persone». Un impegno titanico. 


L’ALLARME


Roberto Dipiazza (Trieste), Rodolfo Ziberna (Gorizia), Pietro Fontanini (Udine) e Alessandro Ciriani (Pordenone), avevano aiuto a Roma e alla Regione. «La provincia di Udine è già in difficoltà», aveva lanciato il monito per primo Fontanini. «Non è vero che il problema non tocca Pordenone - rilevava invece Alessandro Ciriani - perché noi viviamo il fenomeno di riflesso. E un paradosso uno Stato che si mostra inflessibile sulle mascherine poi si palesi lassista con gli arrivi e con le regole di contenimento quando si tratta di immigrazione. Ora stiamo meglio, ma non possiamo importare possibili fonti di contagio». I più duri sono però Ziberna e Dipiazza. «Ora che l’esercito è tornato anche dall’Afghanistan, deve darci una mano - diceva il sindaco di Gorizia -. Qui non sappiamo più come controllare i migranti. Le violazioni della quarantena sono ormai quotidiane e non possiamo concentrare tutta la forza pubblica nel controllo degli isolamenti». Proprio a gorizia, nel centro del Nazzareno, un maxi-focolaio tra migranti ha prodotto ormai più di cinquanta contagi. Non ci sono cluster così estesi in regione ormai da settimane. «Ben venga anche l’impiego dell’Esercito lungo il confine - scrive il consigliere Bernardis della Lega - così come proposto anche dagli stessi sindaci. È fondamentale tutelare la salute pubblica, pertanto non possono esserci quarantene e limitazioni per i nostri concittadini e nessun controllo per gli immigrati clandestini. Chi di competenza a Roma anziché promesse, dia seguito alle parole con azioni».


I NUMERI


Da inizio 2021 in Fvg, come ha reso noto nei giorni scorsi il prefetto di Trieste Valerio Valenti sono già stati fermati 1.300 migranti, di questi oltre 800 nel solo territorio provinciale di Udine. Complessivamente come ha spiegato l’assessore regionale alla sicurezza Pierpaolo Roberti gli arrivi sono stati 2.419, comprendendo anche chi si presenta in autonomia.

Ultimo aggiornamento: 08:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci