Covid, in Fvg 50mila lavoratori over 50 rischiano il posto perché sono senza vaccino

Venerdì 7 Gennaio 2022 di Davide Lisetto
Un operaio al lavoro
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Obbligo vaccinale per tutti gli over 50 e Grenn pass rafforzato per tutti i lavoratori sopra i 50 anni di età.

Le nuove misure anti-Covid del governo impattano in regione su una platea piuttosto vasta di lavoratori. Secondo le ultime stime del governo sui non vaccinati in Fvg mancherebbero all’appello quasi 60 mila persone con oltre cinquant’anni. Tra questi gli occupati - nella fascia 50-69 il tasso di vaccinazione è sempre stato piuttosto basso rispetto ad altre fasce di popolazione - potrebbero andare dai 25 ai 30 mila. Diverse - e critiche su più di qualche aspetto - le reazioni delle imprese.


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Il presidente di Confaratigianato Silvano Pascolo si dice piuttosto preoccupato per le possibili ricadute della misura sulle piccole e piccolissime imprese: «Viene considerata una fascia di lavoratori importante per l’età nelle imprese, quelli sono i lavoraotori più esperti che guidano gli altri. Inoltre a rischio sono le imprese più piccole, quelle artigiane con una media di 3, 4 dipendenti. Bastano una o due assenze per bloccare l’attività». Per il presidente di Confindusria Alto Adriatico Michelangelo Agrusti: «È forse arrivato il momento di costringere, non più di convincere, chi non si è ancora vaccinato. Per questo i tempi previsti per poterlo fare fio al 15 febbraio ci sembra una concessione fin troppo larga vista anche l’urgenza della situazione». Sia l’associazione del mondo dell’artigianato che quella delle imprese di maggiori dimensioni ribadiscono la necessità di arrivare all’obbligo vaccinale generalizzato per tutti.


LE RICADUTE


Non mancheranno - nonostante il periodo piuttosto lungo lasciato dal decreto ai lavoratori per regolarizzarsi ed entrare in possesso del super Green pass che si ottiene solo con il vaccino o con la guarigione dalla malattia - le ricadute nelle aziende in termini di assenze e sospensioni. La fascia di età che va dai 50 ai 69 anni infatti è quella in cui “storicamente” si concentra un maggior numero di no vax. E a temere le ripercussioni più pesanti sono proprio le piccole e piccolissime imprese. «Dove ci sono numeri grandi e grandi dimensioni - sottolinea il presidente degli Artigiani Silvano Pascolo - la situazione è forse anche più gestibile. Nelle piccole realtà artigiane, che hanno in madia da 2 a 4 dipendenti, la gestione diventa molto più difficile. Se soltanto un paio di dipendenti su quattro o cinque non sono a posto con il Green pass rafforzato si rischia di mettere a rischio l’attività. Fino a oggi, attraverso i tamponi e il Green pass semplice, la situazione non ha creato difficoltà nemmeno nelle micro aziende. Ma è chiaro che le nuove regole cambieranno la situazione. Meglio sarebbe stato - aggiunge il presidente - arrivare all’obbligo di legge generalizzato. Almeno si sarebbero sgravate le imprese dalla burocrazia e dalle difficoltà, legate a sospensioni e assurde sostituzioni con limite di dieci giorni, che porrà il Green pass rafforzato. Quest’ultimo provvedimento - è il giudizio di Pascolo - ci sembra più il frutto di una mediazione politica tra i partiti che una decisione figlia di necessità prettamente e rigorosamente sanitarie».


IL CASO EDILIZIA


L’obbligo del super-certificato apre anche un problema per i lavoratori stranieri over 50 vaccinati con sieri non riconosciuti dalle autorità sanitarie europee e italiane. «Non sono pochi i lavoratori dell’est europeo, proprio in quella fascia di età, che sono vaccinati nei loro Paesi (spesso con Sputnik, ndr) ma non si vedono riconoscere l’immunizzazione. Questi lavoratori, pur vaccinati, non potranno più entrare in cantiere. Va trovata una soluzione».

Ultimo aggiornamento: 8 Gennaio, 09:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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