Green pass in azienda, l'imprenditore paga mezzo tampone ai dipendenti

Martedì 12 Ottobre 2021 di Mirella Piccin
Franco Boz della Friulitex di Azzano Decimo
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AZZANO DECIMO - Con l’obbligo del Green pass che scatta da venerdì, un’azienda si farà carico (per il 50 per cento) dei costi dei tamponi da effettuare ai suoi dipendenti. «Una decisione presa nel rispetto della libertà di ognuno e per evitare discriminazioni nell’ambito del lavoro, con l’obiettivo di permettere a tutti quelli che stanno ancora valutando di vaccinarsi di svolgere regolarmente i propri compiti in azienda». 


IL RACCONTO

Il titolare dell’azienda Friultex srl (in zona industriale ad Azzano Decimo, provincia di Pordenone), Franco Boz, spiega con queste parole la scelta di venire incontro ai lavoratori pagando metà del costo dei tamponi in vista del decreto che entrerà in vigore il 15 ottobre e che vieterà l’accesso alle aziende pubbliche e private ai dipendenti sprovvisti di Green pass. Si tratta della prima impresa ad Azzano Decimo a prendere una decisione simile. 
La Friultex è un’azienda fondata nel 1979 in una struttura all’interno della storica ex Samma, in via Marconi, come tessitura al servizio di maglifici di intimo, poi trasferitasi nel 1990 nella zona industriale.

Tra i suoi clienti forti, Calzedonia. Il tessuto in tubolare è rimasto il loro prodotto d’eccellenza. Oggi l’azienda conta circa 25 dipendenti, per la maggior parte donne. Un’altra azienda italiana che segue l’esempio di altre realtà, come la catena NaturaSì e un azienda di Numana (Ancona) del settore arredamenti, oppure Sailmaker International srl, Ducati e altre ancora, che sosteranno (chi in toto, chi a metà), fino a fine anno, il costo dei tamponi necessari per il Green pass dei propri dipendenti.


IL CASO


Spiega il titolare della ditta azzanese Boz: «Non voglio fare polemica, c’è ne sono già troppe, ma da subito ho deciso di garantire il lavoro aiutando con il costo del tampone i dipendenti, ancora poco inclini a farsi il vaccino. Io – ammette – sono stato costretto a farlo. Ma se andiamo a vedere, la mia azienda ha un codice etico, che ha come punti fermi, il rispetto alla salute e alla sicurezza e i diritti e la dignità dei dipendenti. Io rispetto tutti i lavoratori, proprio per questo per assicurare il lavoro a quelli che al momento hanno scelto di non vaccinarsi ho deciso di pagare metà del tampone» Oltre la metà dei dipendenti è comunque vaccinato, quattro si sono vaccinati nei giorni scorsi, in seguito alla notizia dell’obbligo del Green pass dal 15 ottobre e la minaccia economica. Il costo del tampone è di 15 euro, e viene così diviso: 7,50 al lavoratore (che vengono trattenuti nella busta paga) e 7,50 all’azienda.


LE MODALITÀ


«Mi sono appoggiato ad una struttura privata, la quale mi manda l’infermiera con i tamponi rapidi tre volte la settimana, il lunedì, mercoledì e il venerdì, perché l’azienda oltre a fare i turni la notte è operativa anche il sabato mattina. Le dipendenti hanno apprezzato il gesto – precisa Boz –, questo ha evitato loro di stare a casa senza stipendio. Io le voglio al lavoro e loro vogliono lavorare, in questo modo ho evitato lotte e divisioni, che purtroppo la pandemia ha esasperato nella relazione tra persone e non solo».
Alla fine Boz conclude: «Se il vaccino è gratuito, dovrebbe esserlo anche il tampone, quest’ultimo non dovrebbe essere pagato dai lavoratori. Lavorare è un diritto. E mi fermo qui».

Ultimo aggiornamento: 08:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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