Imprese, la riapertura un'illusione? Oltre 400 aziende del terziario a rischio, ecco perché

Martedì 13 Aprile 2021 di Davide Lisetto
Un negozio chiuso

PORDENONE - A oltre una anno dall’esplosione della crisi sanitaria per il Covid-19 sono circa 400 le imprese del settore del terziario nel Friuli occidentale a fortissimo rischio chiusura. Si tratta di ristoranti, bar, negozi, attività legate al turismo e ai servizi: vengono definite aziende “zombie”. Cioé stanno sopravvivendo e galleggiando solo grazie agli aiuti economici e ai ristori (soprattutto quelli messi in campo dalla Regione, come sottolineano le categorie) e rinviando una possibile e probabile chiusura nei prossimi mesi. Tra queste ci sono circa 200 attività legate al commercio, cento nell’ambito della ricezione turistica e altre cento nei servizi più in generale. Il timore della Confcommercio, dopo il lockdown dell’anno scorso, era che potessero “saltare” (tra le 12 mila imprese operative nel comparto) circa 1.500 imprese, alla fine del 2020 be sono “sparite” 88.
L’IMPATTO COVID
L’impatto della pandemia sul settore nel territorio della Destra Tagliamento ha fatto segnare un pesantissimo -62% nella ricezione turistica. La ristorazione ha avuto un crollo dei ricavi che sta superando il 55%. Il commercio al dettaglio non alimentare ha subito perdite per quasi il 40%, mentre i trasporti registrano un calo del 22%. L’unico dato con il segno positivo si conferma essere quello legato al commercio alimentare, più 3%. Complessivamente, dall’inizio dell’emergenza, il calo dei ricavi ha lasciato un segno profondo con -13 punti: un dato pesante, ma che è comunque migliore a quello della media regionale. Così come il dato sulla fiducia delle imprese: nonostante la situazione molto difficile gli operatori economici del territorio pordenonese mostrano una fiducia il cui tasso è superiore rispetto a quello degli altri territori regionali. Sul fronte della liquidità il calo dei consumi ha contribuito all’instabilità finanziaria del terziario. Con riferimento alla domanda di credito, il 39% delle imprese si sono recate in banca negli ultimi mesi del 2020 per chiedere un finanziamento, un affidamento o la rinegoziazione di un finanziamento o di un affidamento esistente. Oltre il 71% delle imprese lo ha ottenuto senza alcun problema. Solo il 4% delle imprese ha visto rifiutare la propria domanda di credito.
IL CONFRONTO
Il quadro del comparto è emerso ieri sera durante l’assemblea provinciale dell’Ascom organizzata online: erano presenti anche il governatore Massimiliano Fedriga e il sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani. «La crisi sanitaria e le chiusure a intermittenza nel corso di quest’ultimo anno - ha sottolineato il presidente dell’associazione Alberto Marchiori - hanno messo in ginocchio le imprese del terziario, ma ciononostante dimostrano di avere coraggio e di voler ripartire con voglia di futuro».

Guarda avanti con ottimismo Marchiori. Ma con la consapevolezza che il comparto che guida è in pesantissima difficoltà. Con imprese che, come bar e ristoranti, si sentono colpite in modo particolare. Con aziende che ritengono che l’associazione di rappresentanza non abbia fatto abbastanza. «È stato fatto tutto il possibile e si sono anche ottenute diverse cose. Come per esempio il congelamento dell’Iva e ristori veloci, almeno quelli regionali», sottolinea Marchiori. Che chiede alla Regione un ulteriore impegno: «Adesso è il momento di correre con i decreti attuativi della legge SviluppoImpresa. Lì ci sono i ristori per i proprietari che abbassano i canoni di affitto e una serie di provvedimenti per la rigenerazione urbana e quindi del commercio nei centri storici». E poi l’appello a fare in fretta sui vaccini. «Non si tratta di avere privilegi, ma - ha aggiunto Marchiori - ma la categoria del commercio con imprese e loro dipendenti che da un anno sono esposti in prima linea non si è mai pensato». E per contribuire fattivamente Ascom Pn ha messo a disposizione la propria sede come piccolo hub vaccinale. 

Ultimo aggiornamento: 08:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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