Covid, nessuno peggio del Fvg per contagi e incidenza: ecco cosa sta succedendo in regione

Venerdì 22 Ottobre 2021 di Marco Agrusti
Un reparto Covid

I tempi pre-vaccino, ci si preparerebbe a quella che con un certo “terrore” è sempre stata chiamata “stretta”. Oggi fortunatamente sembra lontano anche il colore giallo, quello che nei periodi bui era “bene” e oggi è “male”. Ma la situazione epidemiologica che sta vivendo il Friuli Venezia Giulia merita comunque attenzione. Anche perché è praticamente unica in Italia, in negativo. 
Tutto nasce dalla situazione che sta vivendo il territorio di Trieste, ma si sa che il virus (tutti i virus in realtà) non ha confini, e infatti i risultati piano piano si stanno vedendo anche altrove, come nelle province di Udine e Gorizia. 


IL REPORT


Il Friuli Venezia Giulia è la regione d’Italia che negli ultimi sette giorni ha sperimentato la più alta crescita di contagi in tutto lo Stivale.

Ci sono addirittura territori che mostrano una flessione verso il basso, e altri che invece si trovano in condizioni di stabilità. Il Friuli Venezia Giulia no, qui il contagio è tornato a galoppare. Secondo la fondazione Gimbe, che in modo indipendente monitora l’andamento della pandemia sin dai giorni degli esordi, la crescita è stata del 26,7 per cento in una settimana. Nessuno, in Italia, ha fatto peggio. Una tendenza, come detto, che è iniziata dalla risalita dei casi a Trieste ma che ora rischia di coinvolgere tutta la regione. Ieri, ad esempio, sono stati 33 i nuovi contagi registrati in provincia di Udine e 25 quelli in provincia di Pordenone. “Niente” rispetto ai 60 di Trieste e dintorni, ma sempre un numero in salita. 


I DETTAGLI


L’incidenza più alta si registra nei bambini che non possono essere vaccinati. Il numero è chiaro e basterebbe da solo a testimoniare gli effetti del virus su una popolazione protetta allo zero per cento. Da zero a dieci anni, infatti, ogni 100mila abitanti in Fvg sono stati calcolati da un minimo di 74 (0-2 anni) a un massimo di 91 contagi sui sette giorni. Una soglia abbondantemente al di sopra del limite teorico dei 50 casi. Ma ci sono anche altri numeri interessanti, come ad esempio quelli che riguardano i cittadini dai 45 ai 59 anni. In questo caso l’incidenza è stata pari a 42 nuovi casi ogni 100mila abitanti, molto più alta rispetto a quella registrata ad esempio tra gli ottantenni. E ancora una volta la correlazione con il tasso di vaccinazione risulta piuttosto evidente. In Friuli Venezia Giulia, infatti, proprio in quella fascia d’età il tasso di “no-vax” oscilla tra il 20 e il 18 per cento. Significa che quasi un cittadino su cinque non ha nemmeno ricevuto una dose del vaccino. Tra i 70 e i 79 anni, invece, i contagi scendono vertiginosamente e arrivano a 20 ogni 100mila abitanti sui sette giorni. Un dato assolutamente normale e rassicurante, garantito da una copertura con due dosi che arriva all’87 per cento.


L’IMPATTO


A questo punto, però, bisogna necessariamente passare anche alle buone notizie. Con questi numeri, un anno fa si poteva tranquillamente parlare di una impennata di ricoveri in ospedale. Oggi, ancora una volta grazie all’opera silenziosa del vaccino, non è affatto così. E libertà ed economia sembrano essere in salvo anche di fronte a un netto aumento dei casi giornalieri e settimanali. In seguito alla crescita delle infezioni, infatti, non c’è stato alcun “assalto” agli ospedali della regione. I reparti di Rianimazione restano occupati solo al 4 per cento e una lieve crescita è stata notata solamente tra i malati meno gravi. 

Ultimo aggiornamento: 24 Ottobre, 10:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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