Prima di elencare i dati è bene chiarire un concetto: non ci troviamo nel mezzo di una nuova ondata pandemica pericolosa come le precedenti.
I DETTAGLI
L’indice di replicazione del virus è una misura più credibile e soprattutto più attuale rispetto al “classico” Rt. Mostra in sostanza la velocità con la quale l’epidemia cresce in un lasso di tempo recente e ben identificato. Ebbene, questo dato per il Friuli Venezia Giulia ha toccato quota 1,58, mentre in Veneto si è fermato a quota 1,50. Per fare dei paragoni, ecco i dati delle altre regioni: Abruzzo 1,16; Basilicata 1,13; Provincia autonoma Bolzano 1,36; Calabria 0,93; Campania 1,07; Emilia Romagna 1,27; Lazio 1,23; Liguria 1,48; Lombardia 1,48; Marche 1,30; Molise 1,16; Piemonte 1,34; Puglia 1,26; Sardegna 1,24; Sicilia 1,29; Toscana 1,32; Provincia autonoma Trento 1,34; Umbria 1,20; Valle d’Aosta 1,30.
Fortunatamente, nonostante l’aumento in percentuale dei casi su base settimanale, non si registra assolutamente lo stesso andamento negli ospedali, che restano sostanzialmente vuoti in tutta la regione. La maggior parte dei pazienti ricoverati con un tampone positivo è costituita infatti da persone ospedalizzate per altre patologie e risultate poi contagiate al momento dell’accettazione in reparto.