Fedriga: "Sulle chiusure non si torna indietro, non possiamo gravare ancora sulle imprese"

Lunedì 11 Ottobre 2021 di Marco Agrusti
Massimiliano Fedriga
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TRIESTE - Da moderato, perché politicamente quello è e quello resta, anche in un partito che vive una dicotomia interna acuita dalle difficoltà del voto, ha cercato ancora una volta la mediazione. Stavolta c’era da vincere la partita delle discoteche: non al 30 ma al 50 per cento della capienza. Con il Green pass, che lui supporta senza il timore di attirarsi l’antipatia dei no-vax. Risultato raggiunto, a livello nazionale e da presidente della Conferenza delle Regioni. Ma ora per Massimiliano Fedriga è tempo di tornare a parlare solo del “suo” Friuli Venezia Giulia. E di spiegare, da moderato (mai aperturista e basta, mai rigorista e basta), dove stia andando la pandemia nell’autunno della speranza. Quali rischi restino ancora da non sottovalutare e invece quali siano i progressi in grado di mettere al riparo la regione da un ritorno al passato, alle restrizioni e alla sofferenza del sistema sanitario.
 

Presidente Fedriga, il premier Draghi ha dichiarato la pandemia «sotto controllo». Alcuni esperti invece temono un colpo di coda. Lei da che parte sta? 
«In questo momento dalla parte dell’ottimismo ragionato e ragionevole. L’anno scorso, negli stessi giorni di ottobre, partiva la seconda ondata. Oggi siamo di fronte alla situazione inversa, con gli ospedali che non devono sopportare la pressione purtroppo già vista in passato. Ma fino a fine anno meglio rimanere cauti». 
 

Teme brutte sorprese anche dopo l’iniezione di ottimismo?
«Ho imparato una cosa dal Covid: con questa pandemia non si può mai stare del tutto tranquilli. E ricca di sorprese. Da qui a dicembre serve ancora grande attenzione, poi tireremo davvero le somme». 
 

Intanto si è riaperto quasi tutto....
«Ed è il messaggio giusto da dare al Paese. Con le dovute accortezze si deve aprire, non chiudere. Teniamoci un margine di sicurezza, che è rappresentato dai vaccini e dal Green pass. Ma non torneremo indietro». 
 

Cosa le fa più paura quando chiede ancora attenzione?
«Ho paura dell’incertezza che ha caratterizzato questo virus ormai da quasi due anni. Previsioni smentite, colpi di scena, dietrofront improvvisi. Dobbiamo continuare a monitorare ogni anomalia e in Fvg lo facciamo bene». 
 

Una fetta importante di normalità passa anche dalla velocità con la quale si riusciranno a somministrare le terze dosi. Teme una fuga dal richiamo?
«Innanzitutto voglio rassicurare tutti: il vaccino c’è in abbondanza e la macchina organizzativa ormai va a cento all’ora. Il problema, lo riconosco, è un’adesione che per ora rimane molto bassa». 
 

Come si combatte la diffidenza verso un’iniezione supplementare che forse molti non consideravano così prossima?
«Con le testimonianze dirette, e io porterò la mia. Conosco tanta gente che ha già fatto la terza dose. Ebbene, non ha accusato nemmeno i piccoli effetti collaterali comunemente associati alla seconda iniezione. Nulla, zero sintomi. Il vaccino è sicuro ed efficace, andiamo avanti seguendo la scienza e basta». 
 

Da venerdì per andare al lavoro servirà il Green pass. I sindacati e molte aziende del Fvg temono il caos. Qual è la sua posizione?
«Si tratta di una scadenza cruciale. Per il mondo del lavoro non sarà semplice organizzarsi e credo che il governo debba trovare il modo di accompagnare i cittadini e le imprese verso una transizione pacifica e per quanto possibile morbida verso il sistema del Green pass obbligatorio». 
 

Torniamo al Fedriga presidente della Conferenza delle Regioni. Cosa direte all’Esecutivo?
«Vediamoci subito, incontriamoci già nei primi giorni di questa settimana e immaginiamo una soluzione rapida per conciliare tutti gli interessi. Rischiamo seri problemi di produzione se le aziende dovessero trovarsi alle prese con troppe assenze». 
 

Sta parlando per caso dei tamponi gratis per i no-vax?
«Assolutamente no. Avevo proposto un’ulteriore riduzione del costo dei test rapidi, da 15 a 10 euro. Inoltre chiedevo che la validità fosse estesa a 72 ore anche per gli esami antigenici». 
 

Una direzione che il governo sembra non voler imboccare...
«Ascoltiamo le loro proposte, magari ne avranno di più brillanti.

Di una cosa sono certo: non possiamo permetterci un nuovo peso sulle spalle delle imprese». 

Ultimo aggiornamento: 09:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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