Covid e chiusure, le Rsa di Pordenone nella bufera: non c'è quasi più posto

Sabato 13 Novembre 2021 di M.A.
Riapertura delle Rsa, proteste
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PORDENONE-  È un’emergenza nell’emergenza, che va avanti ormai da quasi tre mesi. Ma adesso è stato toccato il punto limite, con il Covid che si è rimesso in mezzo come una specie di intruso di cui nessuno, vista la situazione già messa male, sentiva il bisogno. 
In provincia di Pordenone, infatti, il numero di posti disponibili nelle Rsa, cioè nelle strutture chiamate a proseguire il difficile lavoro degli ospedali, è prossimo allo zero.

E sono a rischio servizi essenziali per tutti i cittadini che hanno bisogno di strutture dedicate alle terapie di medio-bassa intensità. 

LA SITUAZIONE

Il timore era comune, e serpeggiava nelle stanze dell’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale già dalla fine dell’estate. Ora si è materializzato. E la preoccupazione è alta. Pesa, in tutto questo, anche la decisione di convertire il polo di Maniago in una struttura dedicata al Covid. Ma in quel caso si è trattato di una scelta inevitabile: la priorità era quella di evitare che l’ospedale di Pordenone finisse già in difficoltà, costretto magari a tagliare alcune prestazioni standard per trasformare i reparti in aree Covid. Il punto, però, è che senza la Rsa “pulita” (cioè senza contagiati e con solamente pazienti negativi) di Maniago, si è assottigliata ancora una disponibilità di letti che era già pericolosamente vicina al classico “osso”. E adesso la crisi è conclamata. 

DIFFICOLTÀ

Al momento, nel Friuli Occidentale ci sono tre Rsa attive e non dedicate al Covid. Si tratta delle strutture di Roveredo in Piano, Azzano Decimo e San Vito al Tagliamento. Ma la Rsa di Roveredo in Piano, ad esempio, è già completamente occupata. Impossibile accedervi, come confermato dai vertici dell’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale. Fuori una, quindi. Restano al momento solamente le strutture intermedie di San Vito e Azzano Decimo, dove però i posti iniziano a scarseggiare. E le necessità, com’è normale che sia, sono pressoché quotidiane. Arrivano sia dal territorio che dall’ospedale, da dove vengono dimesse persone che hanno bisogno di proseguire terapie e riabilitazioni proprio nei poli intermedi della provincia. 

IL FUTURO

Dalla prossima settimana è in programma la riapertura parziale della Rsa di Sacile, la struttura al centro delle polemiche dopo la chiusura inaspettata dovuta all’appalto bloccato e alle difficoltà della coop vincitrice della gara. Ma si tratterà di una riapertura-ponte gestita direttamente dall’AsFo. Tradotto, i posti disponibili saranno pochissimi. Aiuteranno, sì, ma non risolveranno il problema, almeno fino a quando Maniago resterà un polo dedicato al Covid. Servirebbe anche la Rsa di Pordenone, la cui riapertura però al momento non ha nemmeno una data certa.

Ultimo aggiornamento: 08:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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