Zona rossa e le case di riposo tornano in isolamento, stop anche alle stanze degli abbracci

Lunedì 15 Marzo 2021 di Marco Agrusti
La stanza degli abbraccia a Castions di Zoppola
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PORDENONE - Nonostante il vaccino, che in provincia di Pordenone copre dal 70 all’80 per cento degli anziani residenti nelle case di riposo, la zona rossa costringe nuovamente gli ospiti delle strutture all’ennesimo isolamento. La decisione di quasi tutti i direttori del Friuli Occidentale, infatti, è stata quella di richiudere le porte delle case di riposo ai parenti degli anziani. Colpa del regime rafforzato in cui entra da oggi il Friuli Venezia Giulia. In zona rossa, infatti, ogni spostamento (anche all’interno del comune di residenza o domicilio) deve essere dettato da ragioni di salute, necessità o lavoro. E qui si entra in una zona grigia. La visita a un parente in casa di riposo può essere considerata una necessità? 
LE REGOLE
Sono poche le fonti di diritto in grado di aiutare nella ricerca di una risposta. Le uniche in questo momento sono le Faq (le risposte alle domande frequenti) emanate congiuntamente dai ministeri dell’Interno e della Salute. «Le visite in casa di riposo - precisa il direttore della struttura di San Vito, Alessandro Santoianni - non sono considerate alla stregua di necessità. All’interno delle residenze c’è già il personale preposto all’assistenza». L’aiuto a persone non autosufficienti, infatti, giustifica lo spostamento a patto che non ci sia un’altra soluzione disponibile. Quindi da oggi le residenze per anziani torneranno ad essere blindate. 
LA SOLITUDINE
«Gli appuntamenti per le visite protette e in stanza abbracci saranno pertanto sospesi. Il servizio educativo incrementerà le videochiamate», spiegano ad esempio dall’Asp Arcobaleno di Cordenons. Quindi lo stop vale anche per le stanze degli abbracci, che teoricamente non dovrebbero rappresentare alcun rischio dal punto di vista del contagio. Le restrizioni figlie della zona rossa dureranno almeno due settimane, ma c’è il rischio concreto che per abbattere il contagio in regione possano essere necessari almeno 20 giorni di sacrifici. Le case di riposo avevano riaperto le porte alle visite dei parenti (pur con molte limitazioni) solamente un mese fa, in concomitanza con la progressione della campagna vaccinale riservata agli operatori e agli ospiti delle strutture. Da oggi si richiude, nonostante l’antidoto e a causa di una norma dall’interpretazione non sempre chiara. 
IL CASO OPPOSTO
Diversa, invece, la posizione del direttivo dell’Asp Umberto I di Pordenone. «I familiari - spiega il direttore Giovanni Di Prima - scriveranno sull’autocertificazione che la visita è stata richiesta dalla direzione della struttura. Questo per tutelare la salute psichica degli ospiti». 
 

Ultimo aggiornamento: 08:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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