Covid al Cro di Aviano: Radioterapia dimezzata, altri due positivi e una dozzina di tecnici in quarantena

Mercoledì 21 Ottobre 2020
Covid al Cro di Aviano: Radioterapia dimezzata, altri due positivi e una dozzina di tecnici in quarantena

PORDENONE Resta molto alto il livello di attenzione e di allerta al Cro di Aviano dopo che, nella giornata di lunedì, si sono registrati 14 casi di positività tra gli operatori. Ieri due nuovi positivi, uno in Radioterapia e un informatico che aveva avuto contatti con i tecnici del reparto. Dodici di questi fanno parte proprio dello staff della Radioterapia.

Una situazione che ha portato di fatto al dimezzamento del numero degli addetti del servizio radioterapico che si è tradotto in una seria difficoltà nel poter continuare a svolgere il servizio.

Nella giornata di ieri le attività sono state sospese anche per consentire la sanificazione dei locali. Oltre ovviamente alla riorganizzazione delle sedute. Tutti gli utenti che avevano l'appuntamento per la giornata di ieri erano stati preventivamente avvisati.

«Le sedute - ha precisato in serata il vicepresidente Riccrdo Riccardi - saranno riprogrammate in base alle priorità cliniche nel più breve tempo possibile». Già oggi gli appuntamenti riprenderanno, seppure a rilento. In quanto - come hanno spiegato dalla direzione dell'istituto avianese - la ripresa dell'attività deve essere organizzata con l'organico di fatto dimezzato. Alcuni disagi saranno dunque inevitabili. Anche perché - come ormai accade dalla prima ondata di Covid della scorsa primavera - mentre parte dell'attività oncologica legate alle visite è tornata a essere effettuata negli ambulatori del Santa Maria degli Angeli di Pordenone le sedute di radioterapia vengono ancora svolte tutte nel Centro di riferimento oncologico di Aviano. La Radioterapia del Cro non si era mai fermata - fino a prima di questi contagi di fatto il centro sanitario pedemontano era stato Covid-free - nemmeno nel periodo più duro durante i mesi della scorsa primavera. Le misure anti-pandemia adottate fin da subito, anche con i rigorosi triage agli ingressi, avevano consentito di evitare una fermata del servizio. Solo qualche rallentamento con spostamenti di sedute. Che l'équipe oggi dimezzata dall'infezione aveva già recuperato da tempo. Ora l'obiettivo è di riprendere subito l'attività in modo da non causare tempi di attesa per l'utenza. Dopo i risultati dei tamponi effettuati nella giornata di lunedì si suppone che il contagio sia legato a un'origine familiare di uno degli operatori del reparto. I test, da marzo ogni quindici giorni tutto il personale esegue il tampone, proseguiranno con l'obiettivo di bloccare e circoscrivere l'infezione scoppiata lunedì. Tutti gli altri reparti continuano a funzionare regolarmente con un livello di guardia ancora più elevato.


OSPEDALE BLINDATO
E anche l'ospedale di Pordenone ha alzato il livello di guardia dopo che, da domenica scorsa, è stato riaperto un reparto Covid nella Pneumologia del padiglione B. Ventiquattro posti letto, con sei letti di semi-intensiva. Una riapertura che si sarebbe resa necessaria prima del previsto in seguito alla saturazione (complice anche un caso di contagio in una casa per anziani triestina) dei posti letto nei reparti di Infettivologia di Udine (ieri erano occupati da casi Covid 39 su 43) e di Trieste. Fino a ieri a Pordenone erano quattro i pazienti ricoverati. Con la riapertura del reparto è scattato il piano di emergenza che ha stretto le maglie sulla sicurezza e sugli ingressi in ospedali. Ogni reparto è presidiato all'ingresso in modo che ci sia il triage (anche con la compilazione dell'autocertificazione sulle condizioni di salute) per chiunque entri. Di supporto al personale dei reparti ci sono anche i volontari ospedalieri. Le visite ai pazienti da parte dei familiari restano ridotte a una sola persona al giorno.
D.L.

Ultimo aggiornamento: 13:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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