Il Covid lascia tutti a casa e in città mancano i manager: gli alberghi possono restare aperti ma sono vuoti

Martedì 19 Gennaio 2021 di Davide Lisetto
L'hotel Moderno a Pordenone
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PORDENONE - Con il ritorno in area arancione e le limitazioni più rigorose sugli spostamenti per bar e ristoranti le serrande si sono riabbassate. Restano solo asporto e consegne a domicilio. Restano aperti («ma è ormai molti mesi che è come se fossimo chiusi», ripetono i titolari) gli alberghi. Ma le prenotazioni sono di fatto a zero. E non solo in montagna dove la stagione è di fatto ormai saltata.
RISTORAZIONE
Nella settimana di zona gialla, tra le molte incertezze, sono stati davvero pochi i locali che hanno tenuto aperto a pranzo. Ora con l’arancione non resta che il delivery. Solo alcune trattorie si sono organizzate per i pranzi su convenzione con i molti operai dei cantieri e gli artigiani che altrimenti avrebbero grandi difficoltà per pranzare. Nelle pieghe dei dpcm trattorie e ristoranti che hanno le convenzioni con imprese vengono di fatto equiparati alle mense aziendali. Sono chiusi al pubblico, ma aperti per i lavoratori in convenzione. Adottando tutte le misure di sicurezza previste offrono la possibilità ai moltissimi lavoratori e artigiani che operano nei cantieri o in altre situazioni dove non ci sono mense aziendali. Intanto la fascia arancione condizionerà negativamente anche il turismo invernale regionale, già penalizzato dalla chiusura degli impianti sciistici fino al 15 febbraio. Le limitazione agli spostamenti fino a fine mese costringeranno gran parte degli albergatori a chiudere le strutture visto che potranno ospitare solamente clienti residenti in un comune distante non più di trenta chilometri dalle località turistiche. Una disposizione che di fatto riduce moltissimo le presenza dei vacanzieri. Se non piccoli gruppi di turisti “locali” intenti a fare qualche passeggiata sulla neve o a divertirsi con gli slittini.
MANAGER ADDIO
E nelle città gli alberghi - come sottolinea Federalberghi - non stanno certo meglio.

Quella che nel Friuli occidentale era una importante voce nel mondo pre-pandemia, il “turismo dei manager”, è di fatto sparita. La presenza di un tessuto produttivo fatto anche di grandi aziende esportatrici che dialogano con il mondo ha sempre portato in provincia un discreto movimento di manager e uomini d’affari. Se a questo si aggiungono il blocco totale delle manifestazioni fieristiche internazionali e la crisi profonda anche per il traffico aeroportuale nei primi nove mesi del 2020 il quadro è decisamente drammatico per la categoria dell’ospitalità che è letteralmente in ginocchio.

Ultimo aggiornamento: 08:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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