Bombole di Gpl, legna e pellet in montagna tutto costa di più: «Viverci è un privilegio per pochi»

Martedì 19 Aprile 2022 di M.A.
Bombole di Gpl, legna e pellet in montagna tutto costa di più «Viverci è un privilegio per pochi» - Foto di Gianni Crestani da Pixabay

C'è un altro modo, per leggere i dati. È quello che si basa sulla divisione in zone della regione.

Ci si accorge subito di una macro-differenza: agli ultimi posti, in tutte le province, ci sono le zone di montagna, dove i redditi sono bassi ma i costi stanno nettamente aumentando. E la crisi dettata dalla speculazione sui prezzi e dalla guerra in Ucraina rendono la situazione quasi insostenibile. Un concetto, questo, espresso in una lunga lettera dal consigliere regionale Giampaolo Bidoli. Lui, valtramontino doc e amante della montagna, lancia un grido d'allarme. «Vivere in montagna - dice - ormai è diventato un lusso per pochi». La riflessione è lunga e approfondita. Ma il punto è uno, fondamentalmente: se le risorse energetiche costano sempre di più, si avvicina l'incubo dello spopolamento delle valli. Un processo che con la crisi potrebbe diventare ancora più rapido. «La vita di ogni giorno - spiega Bidoli - costa molto di più. E per questo non si può certamente buttare la croce addosso ai pochi commercianti che con enormi sacrifici tengono aperte le loro attività (alimentari, forni, produttori di alimenti, bar e ristoranti, artigiani, ecc) costretti a ricercare un minimo guadagno (che sarebbe più corretto chiamare rimborso) sommersi, come sono, dalle spese di trasporto (la lontananza dai rifornitori incide in maniera pesante), dai costi di gestione e dalle spese di energia e carburante. Famiglie eroiche che gettano al vento ogni anno migliaia e migliaia di euro in spese che le persone che risiedono nella pianura, con il lavoro e i servizi a portata di mano, non devono sopportare».


I CONTRIBUTI


«A dire il vero qualche incentivo c'è (contributi alle attività per lo svantaggio localizzativo, sconto in fattura per il riscaldamento nelle zone non metanizzate, altro) - prosegue il consigliere regionale - ma non coprono certamente i maggiori costi. Non va in questa direzione il Bonus sconto in bolletta per luce e gas 2022 che dal primo aprile e fino al 31 dicembre 2022, offrirà a milioni di famiglie di accedere all'incentivo. L'iniziativa promossa dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in collaborazione con Inps, si riferisce a una delle ultime misure introdotte dal Governo con il Decreto-legge numero 21 del 21 marzo 2022 (Decreto Ucraina bis), che ha ampliato la platea di beneficiari del già esistente Bonus sociale elettricità e gas, innalzando la soglia Isee fino a 12mila euro per tutti coloro che ne possono usufruire». E qui si arriva direttamente al cuore del problema, rappresentato dai costi impazziti delle risorse energetiche e dalla cronica arretratezza delle zone montane. «Va ricordato come in montagna, dove è noto che il freddo dura più a lungo ed è anche più pungente, il gas non arriva e la maggior parte delle famiglie si riscaldano con il gasolio e il Gpl (prezzo quasi raddoppiato e che non ha avuto la riduzione dell'Iva come avvenuto per il metano) oppure con pellet (che ha subito un aumento tra il 40 e il 50%) e/o la legna da ardere (che ha subito rincari importanti per il costo dei trasporti e purtroppo in alcune aree montane le attività boschive sono scomparse-le famiglie anni fa si approvvigionavano in autonomia contribuendo a mantenere pulito il bosco e l'ambiente più accogliente e salubre)».


IL PRESSING


«A tal proposito - conclude Bidoli - ci si aspetta che il presidente Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni, si faccia portavoce della questione a livello governativo oltre che intervenire con misure straordinarie e dal bilancio regionale per limitare i maggiori costi che i montanari sono costretti a sopportare, da sempre ed in particolare in questo ultimo periodo molto difficile per tutti».

Ultimo aggiornamento: 12:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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