Cosmetici sostenibili e in 3D: la formula magica di Raffaella

Domenica 11 Aprile 2021 di Antonella Santarelli
Raffaella Gregoris
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AZZANO DECIMO  - Da bambina si intrufolava nei laboratori degli stabilimenti di suo padre, Giuseppe Gregoris, allora leader nella fotografia industriale, dove c’erano le vasche per il recupero dei sali d’argento, affascinata dagli odori e dai processi di trasformazione della chimica. Quella chimica che poi è diventata la sua vita, ma applicata nella ricerca cosmetica, finalizzata alla realizzazione di prodotti skincare, composti unicamente con principi attivi e clean: ovvero senza conservanti, petrolchimici, alcol, profumo, siliconi, coloranti e derivati animali. Questa è la “formula magica” che ha reso Raffaella Gregoris, 49 anni e madre di tre figli, fondatrice nel 2009 del marchio Bakel, un’imprenditrice di successo, detentrice di 6 brevetti internazionali, pluripremiata e anche collocata nella rosa delle 100 donne italiane che si sono distinte per professione, talento e risultati dalla rivista Forbes dello scorso anno (ne Il lato gentile del successo).


IL QR CODE ANTI-SPRECO
L’imprenditrice, laureata in farmacia e con un master in chimica cosmetica, si sta impegnando anche sul fronte delle sostenibilità ambientale e ha appena lanciato un Qr code come alternativa al packaging cartaceo dei suoi prodotti.

Il cosiddetto codice bidimensionale, mediante smartphone o qualsiasi altro device, indirizza dunque il consumatore a un sito informativo dal quale si possono ricavare tutte le descrizioni necessarie. Con questo sistema la Bakel, azienda con sede a Udine, ha eliminato scatole, carta, plastica e bugiardini, tagliando lo spreco del 30%. Mentre i contenitori dei prodotti di bellezza sono rigorosamente airless, con doppia camera, in grado di assicurare la non-contaminazione. «In questo modo - spiega la Gregoris - il prodotto si preserva dall’ossidazione e a differenza di quanto accade con i vasetti, nei quali è necessario intingere il dito, c’è un quantitativo maggiore di crema e minore di conservanti,  di almeno dieci volte». Inoltre, tutti i prodotti della Bakel (che di recente è entrata a far parte del gruppo Culti spa, quotato in Borsa) hanno un data di scadenza. «In Italia non c’è l’obbligo di indicarla - spiega l’imprenditrice - e si rischia di trovare sugli scaffali cosmetici confezionati anche 10 o 15 anni prima. Ma in pochi lo sanno. Così come in pochi sanno che mediamente, in Europa, le donne usano 12 prodotti cosmetici in un giorno, venendo in contatto con una grande quantità di sostanze chimiche».


Il CONSUMO COSAPEVOLE
Come si fa allora a capire quali sono i prodotti buoni da quelli cattivi? «Di modi ce ne sono tanti, ma il più semplice - suggerisce - è cercare su internet i primi 4 o 5 ingredienti indicati (sono elencati in ordine alla quantità): se ci sono acqua e derivati del petrolio è meglio lasciarli stare». Altra cosa degna di nota, i prodotti della Bakel, che impiega al 90% donne, vantano un lungo elenco di certificazioni, per l’ottenimento delle quali l’azienda deve sottoporsi costantemente a test, come nel caso di quelle Vegan e Cruelty free. 


GLI INGREDIENTI INUTILI
Ci sono dei marchi italiani che le fanno concorrenza su questo fronte? «Non temo concorrenti, perchè nessuno ha tolto tanti ingredienti inutili  come ho fatto io. La Bakel non propone una cosmetica emozionale, non è profumata nè si presenta sfarzosamente. Le nostre creme si assorbono subito, e questa è una sensazione a cui non si è abituati, perche ci sono tanti cosmetici formulati con siliconi, petrolati e oli plastici che restano in superficie e al consumatore non informato la Bakel sembra insufficiente, perchè scompare in un nano secondo. Invece dopo una settimana la pelle secca migliora. E non perchè lo dico io, ma i test clinici che ci stanno dietro e sui quali stiamo investendo moltissimo, oltre che nelle certificazioni e nella ricerca, concentrata sulla bontà del prodotto, che è la mia mission».


IALURONICO IN 3D
A proposito di ricerca,  la Bakel si sta concentrando sul progetto dei cosmetici in 3D. «Un’idea nata 5 anni fa in collaborazione con l’università di Ferrara e lo scorso anno siamo riusciti a stampare per primi al mondo l’acido ialuronico puro, un foglietto - mostra soddisfatta - che steso sulla pelle viene assorbito molto più in profondità rispetto alla cosmetica tradizionale e in termini di concentrazione in quantità 20 volte superiore. Un’innovazione incredibile per il futuro, per il quale abbiamo ricevuto interesse a livello planetario. Dopo il test scientifico, ora lo stiamo testando dal punto di vista dell’efficacia in Europa e credo che per la fine dell’anno sarà in commercio il primo cosmetico in 3D».
Come detto, la Gregoris, ha tre figli, di 22, 19 e 15 anni. Anche loro hanno nel Dna la passione per la chimica e la cosmesi? «Mia figlia grande pur affascinata dal mio lavoro, studia marketing e vuole lavorare nel mondo del food e mio figlio fa medicina. La piccola non so cosa vorrà fare. Non importa quale strade sceglieranno, l’importante è che seguano le loro passioni, come ho fatto io»

Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 13:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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