I nuovi poveri, messi in ginocchio dalla crisi, ora fanno "la spesa" dal prete

Mercoledì 22 Aprile 2020 di Cristiana Sparvoli
I nuovi poveri, messi in ginocchio dalla crisi, ora fanno "la spesa" dal prete
PRATA - È stato sufficiente far girare un semplice appello (anche in Facebook) e la canonica di Prata è stata inondata di generi alimentari e altri prodotti di prima necessità, donati da generosi benefattori. Materiale che la Caritas parrocchiale sta distribuendo a una ventina di famiglie del paese. Nuovi casi di bisogno (oltre a quelli già seguiti storicamente, riguardanti stranieri immigrati), che mai si erano manifestati prima dello sconquasso Coronavirus. «Diverse persone sono venute da me, anche in lacrime, non per chiedere soldi, ma cercando un aiuto per mangiare - dice don Pasquale Rea, parroco di Santa Lucia e guida della Caritas locale -. Dopo il nostro appello, la canonica si è riempita di tante cose. Ringrazio Dio per la generosità dimostrata da Prata, una vera Provvidenza».

BORSE PIENE DI ALIMENTI
Chi si trova nella felice condizione di donare ha risposto in fretta. La Caritas aveva chiesto di far arrivare olio extravergine d'oliva, legumi, carne in scatola, latte, alimenti per la colazione, brioche, marmellate, caffè, tonno. Ma c'è anche chi ha fornito i pannolini per i bebè e gli omogeneizzati. Alcuni assistiti possono acquistare la carne direttamente al supermercato. «Poi passo io pagare il conto, o qualche mio collaboratore», dice Rea. Dietro ai drammi familiari, svelati solo al parroco, c'è la comprensibile ritrosia di coloro che vogliono mantenere celato, il più possibile, il temporaneo stato di bisogno. Una condizione mai provata prima, psicologicamente difficile da affrontare. Persone che si sono trovate dall'oggi al domani nell'urgenza di dover chiedere aiuti alla parrocchia per avere il cibo quotidiano. «Perché ricorrere ai buoni spesa distribuiti dal Comune vuol dire metterci la faccia ed esporsi», sottolinea il sacerdote, illustrando la difficile situazione che attraversa parte della sua comunità. Padri e madri di famiglia si sono trovati al limite della sussistenza. Rimasti senza un'occupazione, oppure lasciati in cassa integrazione, da quando l'uragano Covid-19 ha fatto sospendere le attività produttive non necessarie e spazzato via le occasioni di lavoro nero, svolto in particolare dalle donne per integrare la busta paga del marito. Nessun paracadute sociale, ovviamente, per precari e autonomi. Per questi 20 nuclei familiari, in gran parte sostentati da un solo salario fisso, fare la spesa è diventato un problema enorme. Soprattutto, se ci sono più figli da accontentare.

TRA VERGOGNA E DIGNITA'
La difficile situazione che don Pasquale Rea sta registrando sembra essere la punta dell'iceberg di un disagio economico sommerso, ma dignitosamente non esibito di fronte ai compaesani. Le famiglie che si sono rivolte al sacerdote hanno il pudore (o il timore) di farsi avanti con l'amministrazione pubblica, per richiedere un sostegno alimentare. «L'iniziativa dei buoni spesa è una bellissima cosa, ma tanti non se la sentono di chiederli. C'è la vergogna di farsi schedare dai Servizi sociali - spiega il sacerdote -. Mai s'immaginavano di essere di punto in bianco in condizioni di bisogno. Teniamo aperto anche nella giornata di mercoledì, oltre al sabato, per il ritiro dei generi alimentari. A tutti diamo un appuntamento personale, per non farli venire in massa. Non dobbiamo creare assembramenti nella canonica e, soprattutto, vogliamo garantire a ognuno l'anonimato. Hanno un grande dignità: non vogliono soldi, ma cibo per i figli, e alcuni dicono che ricambieranno quanto ricevuto, quando potranno farlo». L'opera solidale della Caritas pratense è sostenuta da una dozzina di volontari. «Ho chiesto a mamme e nonne di alternarsi, ogni sabato, per la sistemazione del materiale ricevuto - conclude il parroco di Santa Lucia, parlando di quanto stivato nell'improvvisata cambusa della canonica -. Se abbiamo chiesto dieci, ci è arrivato cento, sia a livello economico che di alimenti. Chiederò a Croce rossa e Protezione civile se hanno bisogno di generi alimentari da distribuire ai loro assistiti. Questa è una grande benedizione».
 
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