Il Coronavirus minaccia anche il Natale: a rischio le casette in piazza a Pordenone e la pista del ghiaccio

Giovedì 15 Ottobre 2020 di Lara Zani
Le casette di Natale di Pordenone

PORDENONE - “Non necessariamente peggiore, ma certamente diverso”: descrive così il sindaco Alessandro Ciriani quello che sarà, con tutta probabilità, il Natale in città al tempo del Covid-19. In realtà, fatta eccezione per alcuni incontri interlocutori, tutto è ancora da decidere, e le prossime due settimane saranno cruciali per capire che cosa si potrà organizzare per allietare la festa e dare ossigeno al commercio e a che cosa invece occorrerà rinunciare. Di certo, come già annunciato dal Comune di Udine, appare decisamente improbabile che si possa pensare a un Capodanno come quello a cui siamo abituati, con migliaia di persone radunate in piazza XX Settembre. Nel Consiglio comunale di fine settembre il primo cittadino, in risposta a un quesito dell’opposizione sul Natale e i suoi costi, aveva rinviato ogni decisione a un momento di maggiore chiarezza: “Il Natale non è in cima ai nostri pensieri in questo momento: abbiamo avuto parecchie cose da affrontare e, soprattutto, non sappiamo quali saranno le nuove linee guida e quindi cosa si potrà fare e cosa non si potrà fare per garantire un minimo di attrattività alla città. Quindi attendiamo ovviamente di avere queste nuove linee guida e poi ci comporteremo di conseguenza”. 
LE IPOTESI
Ora si cominciano a delineare le prime ipotesi, che consentano di festeggiare evitando assembramenti e creando percorsi in sicurezza che permettano di godersi la festa e la città. Per quanto riguarda per esempio le casette di Natale, “l’idea - spiega il primo cittadino - è quella di lavorare su una soluzione di casette diffuse, anziché tutte concentrate in piazza XX Settembre, in modo da evitare di creare assembramenti”. E si discute anche sull’opportunità di confermare l’attrazione della pista di pattinaggio sul ghiaccio ed eventualmente con quali modalità. Infine, si pensa a iniziative “sicure” quali luci, decorazioni, musica: “Certamente è molto più complicato rispetto al passato - continua il sindaco -, ma l’obiettivo è quello di individuare soluzioni per riuscire a dare comunque un po’ di attrattiva alla città e in questo modo anche a supportare le attività commerciali”. 
I COSTI
Accanto alle linee guida, c’è anche la questione dei costi, come ha dimostrato l’Estate in città. “L’Estate in città – aveva infatti tirato le somme Ciriani – è costata complessivamente 133mila euro: più del 50 per cento sono stati i costi relativi alla realizzazione dell’”arena Covid free”.

Quindi sono stati spesi 38mila euro per i contributi per le associazioni; 22mila euro di spese varie come il noleggio del service o delle luci laddove era necessario, mentre 76mila euro sono servite per l’appunto per la realizzazione dell’”arena Covid free”. A fronte di queste uscite, abbiamo avuto entrate di 50mila euro dalla Regione Friuli Venezia Giulia per l’allestimento dell’”arena Covid free”, di 10mila euro di contribuzione da parte di Friulovest e di 20mila euro della Fondazione Friuli, quindi 80mila euro. La differenza è di 53mila euro, che credo che sia una delle spese più base per la realizzazione dell’Estate in città nella storia di Pordenone”.

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