Coronavirus, Mauro Corona: «​Prima andavo al bar, ci passavo molte ore, perdevo il mio tempo così»

Giovedì 19 Marzo 2020 di Alessia Trentin
Coronavirus, Mauro Corona
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Coronavirus, cosa fa Mauro Corona, come vive questi tempi? Lo scrittore lo spiega al Gazzettino.

«Ci sono le vittime e per me il dolore e il rispetto per loro vengono prima di tutto», lo ripete più volte Mauro Corona quasi ad assicurarsi che le parole successive non risuonino amare. Perché lui è tra chi guarda dalle finestre di casa quanto sta succedendo senza lamentarsi della reclusione, anzi, trovando nella metà piena del bicchiere tanta dolcezza e una riscoperta serenità.

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Lo scrittore ertano, d'altra parte, negli ultimi vent'anni non si è risparmiato. Le sue settimane sono solitamente scandite da 3, 4 chiacchiere in giro per l'Italia, come chiama lui le serate pubbliche di presentazione dei suoi libri che lo portano a viaggiare in lungo e in largo per lo Stivale come se la fatica delle ore di viaggio non si accumulasse mai sulle sue spalle e non pesasse quando, al ritorno, si rimette nello studio a scrivere. Oggi tutto è diverso. L'agenda è improvvisamente vuota, fuori dalla sua bottega non ci sono i curiosi che passano, bussano, cercano di rubare qualche attimo di intimità del celebre autore. Ora può rilassarsi. Scrivere con la mente sgombra, passeggiare senza incontrare nessuno per ore.

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«Quello che voglio dire non deve risuonare come poco sensibile verso quanto sta succedendo premette -. In questa tragedia prima di tutto il pensiero va a chi è morto. Le vittime sembra vengano trattate come numeri, ricordiamoci che sono persone, dietro quelle cifre ci sono uomini e donne con nipoti e figli, con cari che piangono nelle loro case. Poi c'è il danno economico, per il quale mi sento di dire questo: per i prossimi due anni non si guadagna, si sopravvive, andrà così e non resta che accettarlo». In quanto a lui, se spegne la tv e sposta la mente dal dolore lì fuori, non è mai stato così bene. «Da quando tutto questo è iniziato non ho più speso un euro racconta -, prima andavo al bar, ci passavo molte ore, perdevo il mio tempo così. Adesso basta. Guardo il calendario e non vedo più conferenze né impegni, tutto molto gradevole ma di fatto, alla lunga molto spossante. Non mi è mai capitato nella vita di non avere nulla da fare oggi, nulla domani e nulla dopodomani». La mattina una passeggiata attorno a casa, il canto degli uccelli della Val Cimoliana e i camosci come sola compagnia. «Quando torno sono rilassato e scrivo con molta concentrazione e leggo spiega entusiasta della sua nuova quotidianità -, poi accendo la tv e guardo programmi di sport o sulla natura. Ho ritrovato una serenità e una dolcezza che non conoscevo ormai più».
 

Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 20:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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