Friuli VG fanalino di coda del Nord per posti letto Ecco perché la seconda ondata fa più male

Mercoledì 2 Dicembre 2020 di Redazione
Una Terapia intensiva

PORDENONE E UDINE - E Il Friuli Venezia Giulia ha sforato la seconda soglia d’allarme negli ospedali: con 637 pazienti ricoverati in Area medica è stato oltrepassato il limite del 50 per cento riferito all’occupazione dei posti letto disponibili. E si parla di tutti i posti letto, non solo di quelli dedicati al Covid. È stata superata la media italiana, ferma al 49 per cento e ora in discesa. Ieri la crescita è stata contenuta (tre pazienti in più), mentre in Terapia intensiva (si è sempre oltre la soglia del 30 per cento dei posti) si è registrato un balzo di sette ricoveri. Ma è confrontando le statistiche del Fvg con quelle del resto del Nord Italia che emerge un dato significativo: la regione ha il numero di posti letto di Area medica più basso sui 100mila abitanti. Ecco perché in alcune altre regioni, nonostante l’elevato numero di ricoveri, la pressione resta molto più sostenibile. 
L’ANALISI
I numeri sono quelli forniti da Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Si tratta di un organo del ministero della Salute. In Friuli Venezia Giulia sono attivi 105,5 posti letto in Area medica ogni 100mila abitanti. E il valore è rimasto costante nel tempo. Per far fronte all’aumento repentino dei ricoveri, si è proceduto a riconvertire alcuni reparti in aree Covid, ma i posti letto in Area medica sono rimasti gli stessi. Discorso diverso per le strutture a media intensità come le Rsa, non incluse nell’analisi che riguarda solo i letti propriamente ospedalieri. Ma basta “sconfinare” per trovare dati più alti. In Veneto, ad esempio, si può contare su 122 posti ogni 100mila abitanti, e infatti l’occupazione si ferma al 41 per cento. In Emilia Romagna si è verificato un fenomeno emblematico: solo il 10 novembre gli spazi erano 82 su 100mila abitanti mentre oggi sono saliti a 124 grazie a strutture approntate in poche settimane e a un accordo speciale con i privati. Ci si sposta poi in Trentino Alto Adige, dove la media è di 106 posti ogni 100mila abitanti, cioè la più simile a quella del Friuli Venezia Giulia. Poi c’è il Nord-Ovest, dove la seconda ondata ha picchiato più forte sin da subito. La Lombardia è passata da 88 a 112 letti in Area medica ogni 100mila abitanti, e oggi ha un tasso di occupazione del 49 per cento, peraltro in discesa. Il Piemonte può vantare addirittura 134 posti ogni 100mila abitanti e dopo lo tsunami di inizio novembre ora vede calare la pressione, che comunque resta altissima attorno all’80 per cento. La Liguria ha 119 letti ogni 100mila abitanti e infine la Valle d’Aosta ne possiede addirittura 175. In Friuli Venezia Giulia, al termine della prima ondata, è stato compiuto uno sforzo importante per potenziare le Terapie intensive, che infatti soffrono meno. Ma i posti in Area medica non sono stati interessati dallo stesso piano. Va però precisato che il piano del ministero della Salute parlava della necessità di ampliare proprio le Rianimazioni. Invece l’emergenza albergava altrove, e ora le conseguenze si vedono negli ospedali. E anche con più posti, mancherebbero gli operatori. 
 

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