Coronavirus, negli ospedali del Fvg in arrivo la grande ondata: attesi 800 ricoveri, stop alle attività ordinarie

Mercoledì 25 Novembre 2020 di Marco Agrusti
La tenda montata all'ospedale di Tolmezzo

PORDENONE E UDINE - «Il picco non è ancora arrivato, ci aspettiamo un incremento per altri sei-sette giorni prima di raggiungere l’apice della curva». Parola di Maurizio Ruscio, direttore del centro di ricerca del Burlo Garofolo di Trieste. E l’occhio clinico del Coronavirus in Fvg. La curva a cui si riferisce è quella dei ricoveri, che nonostante il leggero calo di ieri è destinata ancora a salire e a mettere ulteriore pressione sul sistema sanitario. Per questo, nei prossimi giorni, in corsia si combatterà la “battaglia degli ospedali”. E non c’è lockdown che tenga, perché qualsiasi misura più restrittiva non manifesterebbe i suoi effetti immediatamente, ma solo dopo due o tre settimane. 
L’ONDA D’URTO
Giorni di fuoco, negli ospedali del Friuli Venezia Giulia. Si attende infatti l’impatto generato dai giorni più neri del contagio, cioè i tre consecutivi con i nuovi casi oltre quota mille. La quota degli asintomatici è rimasta sempre alta, ma allargandosi la base dei contagiati c’è il rischio che il sistema sanitario subisca un’altra spallata a breve. E in tutte e tre le Aziende sanitarie c’è un dossier pronto ad essere aperto: comprende la chiusura di tutte le attività extra-Covid ancora in piedi, ad eccezione della chirurgia d’urgenza, post-traumatica e oncologica. Esattamente come nei giorni più bui della prima ondata. I reparti Covid, ormai al limite, subiranno ulteriori espansioni a discapito delle degenze ordinarie: si cercherà di non superare una soglia impensabile, quella del 60 per cento dei posti in Area medica. Sì, perché l’occupazione della metà dei letti è ormai vicina. 
I NUMERI
In Fvg ci sono 561 persone ricoverate nei reparti Covid ordinari e 54 in Terapia intensiva. È già superata la soglia dei 600 letti occupati (per la precisione oggi sono 615) e il conto non include le 40 persone ospitate nelle due Rsa Covid di Sacile e Maniago (ormai piene, tanto che si pensa a un ampliamento nel comune della Pedemontana) e nell’unica residenza dedicata in provincia di Trieste, che a sua volta può accogliere 35 persone. Il totale delle persone che ad oggi hanno ancora bisogno di assistenza sanitaria, quindi, arriva a più di 700 unità. In più, nel Covid hotel di Udine (alla residenza Zaffiro di via Umago) ci sono altre trenta persone in cura intermedia. Le prime due soglie indicate come critiche dal ministero della Salute sono state superate da qualche giorno: la Terapia intensiva non preoccupa, dal momento che il livello è quasi stabile al 31 per cento, quindi di un punto al di sopra del primo limite di sicurezza; il problema è in Area medica, dove sui 1270 posti totali il Covid ne ha divorati già 561, cioè il 44 per cento del totale. La situazione nel resto d’Italia invece è opposta: la curva dei ricoveri è piatta e la percentuale di occupazione è fissa al 51 per cento. A breve, quindi, il Friuli Venezia Giulia potrebbe superare il dato nazionale. 
CONFRONTO E FUTURO
Durante la prima ondata, negli ospedali del Friuli Venezia Giulia erano state ricoverate al massimo 240 persone in Area medica e 62 in Rianimazione.

Si nota quindi un calo dei pazienti critici, mentre le persone bisognose di cure in corsia sono quasi triplicate. Un fattore che sta mettendo a dura prova sia la tenuta della risposta al Covid che la necessità di prestare le cure necessarie a tutti gli altri pazienti che continuano ad ammalarsi d’altro come e quanto prima. Lo spettro è quello di superare gli 800 pazienti, includendo anche le Rsa dedicate, mandando di fatto in zona rossa non i cittadini, ma gli ospedali. Sarebbero guai. Per evitare questo scenario c’è solo un fattore in cui sperare: la discesa dei contagi. 

Ultimo aggiornamento: 08:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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