Coronavirus, troppi contagi in regione: riattivata la task force, tamponi anche dal medico di base

Lunedì 12 Ottobre 2020 di Redazione
La task force regionale

PORDENONE/UDINE - Il Friuli Venezia Giulia torna in emergenza. Per ora non sanitaria, dal momento che gli ospedali accolgono appena 27 pazienti Covid rispetto ai circa 300 del periodo più duro della pandemia, ma in emergenza. In 72 ore in regione sono stati registrati più di 300 contagi, abbastanza per convincere il vicepresidente del Fvg, Riccardo Riccardi, a riconvocare il comitato tecnico permanente per il monitoraggio del Coronavirus. Le riunioni saranno giornaliere e coinvolgeranno, oltre ai membri della task force regionale, anche i direttori generali delle quattro Aziende sanitarie. La convocazione quotidiana del comitato d’emergenza non avveniva da inizio maggio. Gli obiettivi, però, stavolta saranno diversi: in primo piano non ci sarà la gestione dei reparti Covid e delle Terapie intensive, ma la lotta al virus sul campo, imperniata sulla capacità di testare i casi sospetti e di rincorrere il contagio per spezzarne la catena. 
LA SCELTA
A inquadrare la situazione è stato ieri il vicepresidente Riccardi. «Il lavoro della task force - ha detto - non si è mai fermato, ma visti i numeri legati ai contagi, abbiamo deciso di riprendere la convocazione quotidiana del comitato di emergenza. Ci aggiorneremo costantemente, mantenendo un contatto ravvicinato con le quattro realtà territoriali. La chiave, in questa fase, è tutta nella capacità di fornire una regia regionale ascoltando però le Aziende locali. La macchina è stata riattivata, ma funzionerà in modo diverso rispetto alla primavera». Dalla programmazione dei posti letto in ospedale, si passerà all’ottimizzazione della battaglia sul territorio. «Non possiamo negarlo - spiega Riccardi -, oggi non c’è la pressione sul sistema sanitario. Abbiamo solamente cinque pazienti in Terapia intensiva e i nostri sforzi devono essere concentrati altrove. La vera partita è quella dei test, siano essi rapidi oppure tradizionali. La task force verificherà giornalmente la presenza di criticità e metterà a punto un piano per risolverle». 
LA CHIAVE
Oggi in Friuli Venezia Giulia si riescono a processare dai 4mila ai 5mila tamponi al giorno.

Ma un cittadino, per effettuare il test, attende anche diverse ore in fila al drive-in, che a Pordenone si trova al Deposito Giordani. «La nuova strategia - annuncia il vicepresidente della Regione - si basa sul concetto di prossimità. Ogni cittadino del Friuli Venezia Giulia dovrà poter contare su un punto dedicato ai tamponi non lontano dalla propria residenza. La task force sta ragionando su questo punto. Vogliamo moltiplicare i centri nei quali si potrà effettuare il test diagnostico, accentrando invece l’attività di analisi dei reagenti». Il concetto di prossimità implica anche un ulteriore sforzo a carico di una categoria già in sofferenza, cioè quella dei medici di base. «Rientreranno anche loro tra i professionisti accreditati allo svolgimento dei tamponi», ha confermato Riccardi a margine della prima riunione urgente della task force regionale. Un altro punto importante riguarda i test rapidi, oggi in campo solo nelle scuole. «È in corso una gara congiunta con il Veneto - illustra Riccardi -, per una fornitura maggiore. La disponibilità degli esami istantanei ci permetterà di disegnare con più precisione la vera mappa del contagio in Friuli Venezia Giulia. L’epidemia esiste, è inutile negarlo, ed è anche vero che siamo tutti stanchi dopo otto mesi di duro lavoro. Dobbiamo rendere più snello ed efficace il sistema del controllo territoriale del virus». E sempre a proposito della pressione sulla macchina del tracciamento, in settimana saranno firmati protocollo e ordinanza per limitare l’obbligo di tampone a scuola ai casi sospetti, evitando l’estensione della prescrizione anche agli alunni che presentano solamente qualche linea di febbre o un banale raffreddore. 

Ultimo aggiornamento: 11:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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