Coronavirus, Fedriga dichiara guerra aperta alla zona arancione. Ma i ricoveri preoccupano: possono essere 600 tra cinque giorni

Mercoledì 18 Novembre 2020 di Marco Agrusti
Il presidente Massimiliano Fedriga
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PORDENONE E UDINE - Nelle intenzioni, è un passo verso il giallo.

E una “guerra” all’arancione. Nei fatti, attendendo la risposta del governo, si penserà ad evitare il rosso. La giornata di ieri si può riassumere così, tra un’operazione politica (riuscita) a livello nazionale e una proiezione regionale sui ricoveri che impone un’altra serie di misure urgenti per ampliare i posti letto ed evitare lo scivolamento verso restrizioni ancora più toste. Quelle rosse. Ma si proceda con ordine, perché ieri mattina il presidente Massimiliano Fedriga era atteso da altri 20 presidenti di Regioni e Province autonome. Sul tavolo c’era la richiesta al governo di rivedere e razionalizzare i 21 parametri che definiscono il “colore” dei territori. E la proposta del Fvg ha incassato il sì unanime delle altre autonomie. 

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LA PROPOSTA
Non più 21 criteri ma cinque: percentuale di test positivi, indice Rt, Terapie intensive, ricoveri ordinari e sistema di tracciamento. Ecco cosa chiedono i presidenti regionali al governo. «Misure chiare - spiega Fedriga - senza confusione, sulle quali le Regioni possono lavorare ogni giorno al fine di migliorare i parametri. E nel tracciamento devono essere accorpati tutti i criteri che ora sono slegati: capacità di testare, quota di personale dedicata che noi stiamo incrementando, servizi informatici». Dall’Istituto superiore di sanità è arrivata una prima risposta: «I 21 indicatori sono tutti utili». Il ministro Boccia, invece, ha aperto la porta a una «ponderazione di alcuni parametri rispetto ad altri», negando però la possibilità di «uscire dall’oggettività per dare più spazio alla politica». È stata questa, invece, una delle richieste firmate dalle Regioni: più decisioni politiche e meno algoritmi. Nei prossimi giorni il confronto si estenderà dalle sole Regioni a un vertice con i ministri Boccia e Speranza. 
Che implicazioni può avere, a livello locale, la posizione espressa dai presidenti delle Regioni? Secondo i dati del ministero della Sanità, il Fvg è al secondo posto tra le regioni virtuose quanto a saturazione degli ospedali; e al settimo quanto a riempimento delle Rianimazioni. L’Rt (1,34 in proiezione) è a metà “classifica”, mentre è in rosso il bilancio riferito ai positivi riscontrati sui casi testati per la prima volta e quello legato alla capacità di tracciare i focolai. In breve, una revisione dei parametri con un peso maggiore da assegnare alla resilienza del sistema sanitario, porterebbe il Fvg più vicino all’uscita del tunnel. «Oggi - ha spiegato Fedriga - c’è una incongruenza totale nel rapporto tra i colori delle Regioni e la situazione negli ospedali. Inoltre stiamo già migliorando il sistema di tracciamento. E dovrà contare anche il numero di tamponi giornalieri, un parametro che vede la nostra Regione tra le prime cinque in Italia». 
I PERICOLI
Attenzione, però, perché se da un lato c’è il “sogno” del giallo, dall’altro c’è l’incubo del rosso. Non accadrà questa settimana, perché i giorni decisivi si trovano a fine novembre. «Anzi - precisa il vicepresidente del Fvg Riccardi - ci aspettiamo 600 ricoveri entro il 22 novembre». E allora si sforerebbe il limite del 40 per cento, che tornerebbe sotto soglia solo grazie allo spostamento dei pazienti nelle strutture intermedie. Una corsa contro il tempo. 

Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 08:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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