Coronavirus, il ritorno in fabbrica con l'obiettivo di proteggere i lavoratori più fragili

Martedì 5 Maggio 2020 di Davide Lisetto
Coronavirus, il ritorno in fabbrica con l'obiettivo di proteggere i lavoratori più fragili
PORDENONE - La misura del riavvio della Fase 2, ieri mattina, era data anche dal traffico piuttosto sostenuto – anche di camion - sulle strade e dai parcheggi di nuovo pieni nelle diverse zone industriali. Una cartina tornasole di una ripartenza che nel Friuli Occidentale era però avvenuta gradualmente nelle ultime due settimane. Da ieri il “grosso” del sistema produttivo industriale ha ripreso a marciare. Anche se non a pieni giri. La stragrande maggioranza delle imprese usa infatti la cautela richiamando solo parte dell’organico degli operai diretti e lasciando ancora a casa gli impiegati in modalità smart working. La riapertura di fabbriche e cantieri avverrà – da qui alle prossime settimane – all’insegna del rispetto dei protocolli di sicurezza sanitaria che sono stati siglati da imprese e sindacati. Misure per prevenire il possibile rialzo dei contagi e quindi il rischio di dover richiudere. Inoltre, nella Fase 2 c’è anche da gestire, con i medici aziendali, la situazione legata ai lavoratori “fragili”, coloro che soffrono di patologie cardiache, respiratorie o di altro tipo e che al momento non dovrebbero rientrare al lavoro.

CANCELLI RIAPERTI
A riaccendere i motori ieri anche tutte le fabbriche del distretto mobiliero, che era stato il primo importante comparto a fermarsi già all’inizio di marzo. Dopo il lungo stop le aziende dovranno ora misurarsi con i mercati internazionali che durante il lockdown sono stati presidiati da concorrenti di altri Paesi in cui le misure sulla produzione erano più allentate. Al via anche le filiere della metalmeccanica legate a elettrodomestico e automotive. In tutte le aziende devono essere predisposte le misure preventive previste dai protocolli (dal distanziamento alle mascherine, dai termoscanner alle sanificazioni) per le garanzie sanitarie. Sul territorio, dai prossimi giorni, saranno operativi i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza – previsti dall’organismo paritetico e dal patto siglato tra Confindustria e sindacati una decina di giorni fa – che “visiteranno” le piccole e medie aziende dove non è presente il sindacato a scopo formativo ed “educativo”. Ma gli operatori potranno anche allertare gli organi ispettivi e la Prefettura nei casi in cui le regole previste non siano rispettate. È dunque molta l’attenzione sul fronte della sicurezza sanitaria davanti allo spettro di un secondo lockdown. Da gestire nelle aziende, con i medici competenti, anche la questione legata ai lavoratori “fragili” (con particolari patologie che li espongono al rischio del virus) che possono essere messi in malattia. Un numero che non è basso: in alcuni settori e a seconda dell’età si arriva anche al 4 o 5 per cento dei dipendenti. «Addetti che rischiano di essere penalizzati in quanto messi in malattia. E sono pochissimi i casi di imprese in cui si è fatto l’accordo per fermare il contatore della malattia e usare un altro ammortizzatore», sostiene MaurizioMarcon della Fiom.

GIRANO LE GRU
Da ieri addio al blocco anche nei cantieri. E tra questi riprendono anche le opere per il raddoppio della Lean Factory (la fabbrica modello e la scuola per le aziende digitali) di San Vito al Tagliamento e per l’ampliamento del Polo tecnologico. Due opere che rafforzano quel “Sistema Pordenone” fortemente voluto da Confindustria Alto Adriatico. «Apriamo – ha detto il presidente Michelangelo Agrusti - con la consapevolezza di vivere un tempo delicato ma convinti che serve produrre nella massima sicurezza». E il riavvio è stato segnato ieri anche dall’inaugurazione di Design Week, la settimana del design industriale che quest’anno sperimenterà l’innovativa formula digitale con confronti e convegni tra imprese e l’Università con Isia Design.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci