Coronavirus ecco i dati dei test sierologici dell'Istat: Fvg solo sfiorato dal contagio

Venerdì 12 Giugno 2020 di Marco Agrusti
I test sierologici continueranno fino al 30 giugno
TRIESTE - Si sentiva dire, anche a Nord Est, che la quantità di virus cercata (cioè la diffusione che emergeva dai bollettini quotidiani) era solo la punta di un iceberg che poteva variare da grande a enorme. Si ipotizzava, confortati da modelli matematici, un contagio «almeno dieci volte superiore» (parole pronunciate da diversi esperti, anche locali, nei mesi di lockdown) tra la popolazione. Oggi invece ci pensano i numeri, a disegnare le vere dimensioni dell’epidemia in regione. E il responso è chiaro: il Friuli Venezia Giulia è stato solo sfiorato dal Coronavirus. Lo dicono i primi risultati dell’indagine epidemiologica svolta in regione dall’Istat, su “mandato” del ministero della Sanità. Si tratta della “famosa” campagna di test sierologici che in Fvg coinvolge un campione di 8mila persone.
I DATI
I risultati dei test, prima di essere inviati per il controllo definitivo all’istituto “Spallanzani” di Roma, sono analizzati dal laboratorio del Burlo Garofolo di Trieste. Sino ad oggi si è arrivati alla rilevazione di circa un terzo della popolazione coinvolta nell’operazione guidata dall’Istat, e il riscontro è stato simile a quello già ottenuto con i primi prelievi sierologici effettuati in autonomia dalle Aziende sanitarie regionali a inizio maggio: solo il 2 per cento della popolazione “interrogata” è venuto a contatto con l’infezione. Si tratta di cittadini che dopo aver fatto l’esame hanno scoperto di aver contratto in passato il Coronavirus grazie agli anticorpi chiamati “IGg”, cioè le “sentinelle” di un’infezione contratta e successivamente sconfitta. Niente contagio su larga scala, quindi. In Friuli Venezia Giulia solo una minima parte della popolazione ha conosciuto da vicino il virus. Le dimensioni dell’indagine sono già arrivate al punto chiave: statisticamente, infatti, un terzo del campione selezionato è sufficiente a definire se non il quadro complessivo, almeno una tendenza credibile. C’è quindi da aspettarsi che anche una volta giunti al 100 per cento della ricerca i numeri non si discostino da quelli riscontrati sino ad ora. Cosa dice questo primo risultato, oltre al fatto che in regione la diffusione del virus è stata più che mai marginale? Una seconda conclusione, ad esempio, riguarda il fatto che di fronte a una ipotetica seconda ondata dell’epidemia, il territorio risulterebbe ancora scoperto, cioè privo delle protezioni date dagli anticorpi. Va però ricordato che al momento la comunità scientifica non si è espressa con certezza in relazione alla capacità del sistema immunitario di proteggere l’individuo da una seconda infezione. E non si sa nemmeno per quanto, nell’eventualità, sarebbe attivo lo “scudo”.
IL CAMPIONE

L’Istat, per dare il via all’operazione di test sierologici sulla popolazione, ha composto il campione da esaminare tenendo conto di una vasta gamma di variabili: tra le ottomila persone selezionate in Friuli Venezia Giulia, ci sono praticamente tutte le diverse tipologie: lavoratori (nei settori a rischio e non), inoccupati, pensionati, giovani, anziani, cittadini di mezza età, uomini e donne. Uno specchio il più possibile fedele della popolazione complessiva che risiede in regione.
LE DIFFICOLTÀ
La campagna di test dell’Istat è stata prorogata sino al 30 giugno. Questo perché al momento in Fvg ha risposto alla chiamata della Croce rossa solo il 47 per cento dei cittadini contattati. Alcune difficoltà sono dettate dal fatto che le chiamate vengono effettuate da Roma, con il prefisso della capitale che spesso trae in inganno chi riceve la telefonata. I membri del campione statistico, inoltre, sono contattati quasi sempre al telefono fisso, ma è sempre più raro che i cittadini utilizzino ancora l’apparecchio di casa al posto del cellulare. Per questo un’indagine che doveva già essere terminata ha fornito per ora solo un terzo dei risultati.
Ultimo aggiornamento: 09:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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