Coronavirus, in casa di riposo a Zoppola la zona rossa non tiene: rispunta l'ipotesi di trasferire gli ospiti negativi

Martedì 28 Aprile 2020 di Marco Agrusti
Coronavirus, in casa di riposo a Zoppola la zona rossa non tiene: rispunta l'ipotesi di trasferire gli ospiti negativi
ZOPPOLA - In una struttura che ieri ha registrato il diciottesimo decesso di un anziano malato di Covid-19 (l’uomo era ricoverato in ospedale a Pordenone ed era nato nel 1940), il distanziamento tra gli ospiti non basta e le misure di sicurezza adottate tramite protocollo dall’Azienda sanitaria evidentemente non sono sufficienti. E nemmeno l’istituzione di una doppia zona rossa (la prima risale a circa un mese fa) è riuscita a interrompere la catena del contagio. Il Coronavirus domenica ha dimostrato di essere ancora in grado di “violare” la casa di riposo Micoli-Toscano di Castions di Zoppola. Dopo alcuni giorni di tregua, infatti, altri cinque ospiti sono risultati positivi. Si trovavano tutti nell’area “libera” dal Covid della struttura, ed è la cartina al tornasole che qualcosa - ancora oggi - non sta funzionando oppure sta sfuggendo alla rigida macchina del controllo messa in moto per arginare il contagio in una delle case di riposo più colpite della regione.

EMERGENZA
L’emergenza non è passata e ora i vertici dell’Azienda sanitaria stanno cercando di capire come sia potuto accadere che altre cinque persone si siano infettate anche molti giorni dopo il varo delle misure più stringenti: il periodo di incubazione del virus, che arriva sino a 14 giorni, non copre infatti un periodo sufficiente ad arrivare al tempo precedente all’istituzione della zona rossa. Quello che si cerca di comprendere in queste ore, quindi, è l’esistenza di un’eventuale falla nel protocollo, o meglio nell’applicazione dello stesso da parte di tutto il personale. I due reparti (il secondo piano diventato zona rossa e il resto della struttura) non dovrebbero infatti comunicare in alcun modo, invece il contagio prosegue nell’ala della casa di riposo che ospita gli anziani negativi.

LE AZIONI
Più di sigillare il secondo piano per difendere le altre zone della residenza dal rischio del contagio, al momento non si può fare, almeno restando nella struttura. Oltre alla stesura di un protocollo per regolare i comportamenti degli operatori sanitari, non è possibile esercitare un controllo 24 ore su 24 su ogni singolo dipendente. Ecco che allora nelle ultime ore si è ricominciato a lavorare a un’altra ipotesi, già ventilata due settimane fa: lo spostamento in altre strutture degli anziani che ancora non hanno contratto il Coronavirus. Ma non sarà così facile. Al momento ci sarebbero due strade da percorrere, che corrispondono ad altrettante strutture teoricamente disponibili, una sempre a Zoppola e l’altra a Morsano. Si dovrebbero trasferire almeno gli ospiti autosufficienti, anche se manca ancora la decisione nero su bianco. Altre strutture interpellate, invece, hanno declinato la proposta. L’unica misura adottata in questo senso è quella che prevede che i pazienti guariti e dimessi dall’ospedale non possano tornare nella casa di riposo.

BUONE NOTIZIE
Altri cinque ospiti della casa di riposo Micoli-Toscano ieri hanno ricevuto il primo tampone negativo. Si tratta di pazienti ricoverati nella zona rossa della struttura. Non sono ancora completamente guariti, dal momento che sono costretti ad attendere l’esito del secondo test, necessario a certificare l’uscita definitiva dalla malattia. Domenica altri tre anziani avevano ricevuto la stessa buona notizia. Sempre ieri, una ospite della residenza è stata invece dichiarata completamente guarita. Ha sconfitto il Covid-19 ma non potrà per ora riavere il suo posto letto all’interno della struttura di Castions di Zoppola. E’ stata trasferita nella Rsa di Maniago per evitare il rischio di contrarre nuovamente il Coronavirus dopo averlo debellato.
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