Commerciante multato per il flash-mob, il sindaco Ciriani: «Atto politico contro di me»

Venerdì 1 Maggio 2020 di Alberto Comisso
Commerciante multato per il flash-mob, il sindaco Ciriani: «Atto politico contro di me»
PORDENONE - Pioggia di solidarietà nei confronti di Andrea Esposito, il barista di Pordenone multato di 377 euro per aver guidato mercoledì mattina la protesta dei colleghi che è culminata, sotto la loggia del Municipio, con la consegna simbolica della chiavi dei loro negozi nelle mani del sindaco Alessandro Ciriani. I commercianti di Pordenone, e non solo, hanno fatto quadrato attorno a lui e, anzi, hanno avviato una raccolta fondi per pagare la multa. Non sarà però necessaria, dal momento che il sindaco Alessandro Ciriani si è offerto, insieme all’assessore Emanuele Loperfido e al consigliere regionale Alessandro Basso, di farsi carico della sanzione. Le colletta dei commercianti andrà comunque avanti e servirà a reperire le risorse necessarie a garantire agli esercenti della città, quelli maggiormente in crisi, un piccolo aiuto economico.
L’ASCOM
Solidarietà nei confronti di Esposito è stata espressa dall’Ascom-Confcommercio. Anche il suo presidente, Alberto Marchiori, si è reso disponibile a pagare la sanzione. Il presidente provinciale della Fipe, Fabio Cadamuro, presente mercoledì sotto la loggia per la consegna delle chiavi del proprio bar, si è detto vicino al collega Esposito, «soprattutto in un momento così difficile per tutta la categoria dei pubblici esercizi che rischia di non aprire più le attività dichiarando il fallimento. Siamo profondamente amareggiati - spiega - di come stanno andando le cose, per questo chiediamo al Governo risposte chiare e soluzioni efficaci per far per ripartire le nostre professionalità. E poi ci serve liquidità immediata, non ha parole però, ma soldi direttamente nei nostri conti, così come hanno fatto concretamente altri Paesi europei. Dietro a tutto questo ci sono, poi, i dipendenti e i collaboratori che hanno condiviso, con impegno e dedizione, tutto il nostro lavoro di questi anni». Esposito ha voluto ringraziare tutti per «il prezioso sostegno ricevuto» e proprio ieri sera, con una diretta Facebook, ha voluto spiegare come sono andate le cose. Raggiunto al telefono, nel tardo pomeriggio ha esternato un senso di amarezza «per la multa ricevuta e per la figuraccia fatta da Pordenone a livello nazionale».
IL BARISTA
Il barista è chiaro: «L’intento non era quello di formare assembramenti (vietati dal Dpcm) – sottolinea – e, infatti, avevo pensato ad una consegna delle chiavi che potesse durare almeno due ore. Per ottimizzare i tempi, invece, si è deciso di creare un unico momento che potesse farci interloquire, a distanza, anche con il sindaco. Si è formato, ad un tratto, un piccolo affollamento che, guarda caso, è stato documentato da chi, poi, ci ha segnalati in Questura». A prendere le difese di Esposito è stato il sindaco: «Quello di un gruppo di anarchici – sottolinea Ciriani – è stato un atto politico contro me, che ha colpito persone che non volevano celebrare alcuna ricorrenza, festeggiare una data ma esprimere la loro angoscia sul loro futuro. Invece che solidarizzare, hanno fatto in modo che arrivasse un multa. Credo che Pordenone non possa stare sotto schiaffo di gruppi rabbiosi, ideologizzati e carichi di animosità nei miei confronti. Ecco perché mi sono fatto carico personalmente del pagamento della sanzione».
LA SEGNALAZIONE
L’atto di notifica alla Questura è stato presentato da Iniziativa libertaria fa attivismo politico a Pordenone e nella Destra Tagliamento. «La segnalazione – tiene a specificare Lino Roveredo, presidente del Circolo culturale Zapata e attivista di Iniziativa – è stata presentata in risposta al diniego ricevuto dalla Questura alla richiesta di manifestare il 25 aprile, attraverso la deposizione di una corona d’alloro al monumento di Franco Martelli. Quello è uno di quei giorni con una valenza simbolica tale da consentire una partecipazione, in sicurezza, alle iniziative che commemoravano un giorno fondamentale per il nostro Paese: la liberazione da una dittatura. Partendo dal presupposto che, essendo un artigiano, sono solidale nei confronti di chi, in questo momento, non può lavorare, non posso concepire che vengano fatti trattamenti diversi: o il divieto di manifestare è per tutti o non è per nessuno».
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