Paura da coronavirus, impennata nell'abuso di ansiolitici e alcolici

Venerdì 8 Maggio 2020 di Alberto Comisso
Paura da coronavirus, impennata nell'abuso di ansiolitici e alcolici

PORDENONE - La paura generata dal coronavirus si combatte a colpi di ansiolitici, antidepressivi e alcolici. In questo periodo stanno andando a ruba nelle farmacie medicinali a base di benzodiazepine, così come nei supermercati si è assistito a un notevole incremento della richiesta di vino, birra ma anche di vodka e rum. Un segnale allarmante, sintomo, a detta dello psichiatra Danilo Toneguzzi, di un malessere generato da una situazione di sconforto generale dovuto, principalmente, ad ansia ed incertezza. «Del resto ricorda il medico siamo di fronte allo stesso copione che nella storia si è verificato durante ogni pandemia. Il problema vero della depressione, però, si manifesta sempre un po' dopo. Quando il quadro della situazione comincia a delinearsi meglio».

È ancora troppo presto, dunque, per fare bilanci. L'epidemia è tutt'ora in corso, anche se i segnali in quanto a contagi e decessi sono migliori rispetto a qualche settimana fa, ma i veri risvolti soprattutto sociali ed economici si vedranno da qui ai prossimi mesi. E sono quelli che preoccupano di più le persone. «L'ansia spiega Toneguzzi è il primo effetto che si è manifestato nei pazienti e che, di fronte ad un futuro pieno di incertezze, potrebbe aumentare. Purtroppo stiamo vivendo in una fase molto delicata e molti equilibri psicologici, anche per effetto del lockdown, si sono già spezzati. Se la fase della paura per un nuovo virus è stata superata, potrebbe presto subentrare quella economica».

Specie per chi ha un posto di lavoro precario e chi, ancora, non ha la certezza di poter aprire il proprio negozio dopo due mesi (abbondanti) di chiusura senza incassare un euro. Così si cerca di sedare le ansie del momento. Come? «Ricorrendo soprattutto agli ansiolitici sostiene lo psichiatra per i quali, anche confrontandomi con diversi colleghi e farmacisti della città, c'è una richiesta impressionante. Io stesso, da marzo a oggi, ne ho prescritti molti di più rispetto allo stesso arco temporale del 2019. Ma ho potuto constatare anche un altro elemento allarmante: la grande richiesta di alcolici e superalcolici. Non so se questo è anche dovuto alla chiusura dei bar, ma è sicuramente sintomo che adesso le persone provano a trovare, sbagliando, conforto nell'alcol».
Toneguzzi prova ad andare al nocciolo del discorso: «La pandemia in corso sottolinea sta causando, sempre più, sconforto e ansia tra le persone. Anziani ma anche giovani, che si trovano nella condizione di dover dare un senso a questa situazione di malessere psichico che stanno vivendo. E ognuno manifesta a proprio modo il suo disagio. Tutto è legato al contenimento cognitivo ed emotivo della percezione del pericolo. Se dall'esterno arriveranno delle rassicurazioni (una cura piuttosto che un vaccino anti Covid-19), in grado di smantellare il rischio del contagio, allora le persone torneranno lentamente alla normalità. Altrimenti continueranno a dover ricorrere ad una sorta di ancora di salvataggio, dove potersi mettere al riparo da ansie e paure». Qualche perplessità sul futuro Toneguzzi la nutre ancora: «Sto notando sostiene che è cambiata la percezione della visione del mondo. Memori dell'esperienza che stiamo vivendo, temo che in molte persone si potrà manifestare la paura di un ritorno. Come dire: se è successo, potrà succedere un'altra volta. E anche quando il coronavirus verrà sconfitto, per un lungo periodo ci sarà la consapevolezza che questa brutta esperienza potrebbe, un domani, manifestarsi di nuovo».
Alberto Comisso
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Ultimo aggiornamento: 11:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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