Gioielli, viaggi, alberghi coi soldi del Consorzio di bonifica: le spese pazze del presidente e della segretaria graziate dalla prescrizione

Venerdì 24 Giugno 2022
Gioielli

PORDENONE La sentenza sulle spese pazze al Consorzio di bonifica Cellina Meduna retrocede in Corte d'appello a Trieste perché dovrà essere rideterminata la pena per l'ex presidente Americo Pippo, imprenditore agricolo di Valvasone Arzene, e l'allora segretaria Daniela Falcone di Roveredo in Piano. Lo ha deciso, alla luce della prescrizione di alcuni episodi contestati, la Cassazione. A fare ricorso erano stati gli avvocati Marco Zucchiatti, Paolo Dell'Agnolo e Maurizio Conti. In primo grado erano state comminate per oltre 10 anni, erano state disposte confische per 139mila euro e risarcimenti per altri 108mila all'ente consortile.

Dei quattro imputati per peculato, in Appello due (gli ex direttori) avevano ottenuto l'assoluzione perché il fatto non costituisce reato. Per Pippo la pena era stata ridotta a 3 anni e 4 mesi (4 anni 1 mese e 10 giorni in primo grado), mentre per Falcone erano stati confermati 2 anni e 4 mesi. La prescrizione maturata nell'ultimo anno garantirà un nuovo ritocco delle pene. Era stati i finanzieri di Pordenone, dopo due anni di indagini tra il 2014 e il 2016, a portare alla luce il caso delle note spese fasulle.

Nelle richieste di rimborso erano finiti scontrini per consumazioni al bar, acquisti in gioielleria e perfino in erboristeria, viaggi, pedaggi autostradali e spese personali. La posizione più importante era quella di Pippo. La Procura aveva ritenuto che fosse consapevole quando firmava le delibere e che attraverso il Consorzio Cellina Meduna fossero stati rimborsati viaggi o cene personali che nulla avevano a che fare con le attività dell'ente pubblico, nemmeno quelle di rappresentanza. Il periodo preso in considerazione dalla Guardia di finanza, coordinata dal sostituto procuratore Maria Grazia Zaina, andava dal 2008 al 2014.

 

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