PORDENONE - Parte dalla provincia di Pordenone la scalata al vertice della Lega. Già, perchè domani, domenica, a Cordenons, dopo otto anni in cui i militanti del Carroccio, provinciale e regionale, si terrà il congresso provinciale. Un evento, anche perchè c'è senza dubbio una frenesia che corre veloce tra i militanti padani che dopo anni in cui hanno visto susseguirsi i capi, ora come una volta, possono tornare a votare i loro comandanti. E proprio per la Lega della provincia di Pordenone, in quello che storicamente è stato il territorio più solido per i seguaci dell'Alberto da Giussano, potrebbero uscire le prime novità e le prime sorprese.
LA SFIDA
L'ALTRO CANDIDATO
Enzo Dal Bianco, segretario della Lega di Pasiano, spinto da alcuni iscritti delle sezioni maggiori, ha deciso di prendere al volo il guanto della sfida. Lui la Lega la conosce bene. Ha vissuto i momenti indimenticabili (per tanti leghisti della prima ora) dell'era Bossi e difficilmente li dimentica. Non è certo un purista della lingua italiana, così come non è uomo da voli pindarici, ma ha quella sana concretezza e quel fiuto da strada, che ha caratterizzato la Lega per tanti anni. Pur essendo anche lui legato alla dirigenza regionale, ha una idea diversa dello sviluppo del Movimento. «Intanto - spiega - c'è la necessità di tenerlo unito questo partito, perchè ci sono tante sirene che richiamano i nostri iscritti verso altri lidi. E poi - lancia l'avvertimento - è fondamentale tornare a parlare e a riprendersi il Nord. Certo, nessuno vieta di aprirsi anche a livello nazionale, ma che senso ha, mi chiedo, se non siamo in grado di tenerci neppure il Nord. Lo abbiamo dato a Fratelli d'Italia. Lo dobbiamo riprendere, dobbiamo concentraci prima di tutto sul Nord, poi andiamo anche oltre. Come? Tornando sul territorio. Tutti, dai consiglieri regionali all'ultimo degli iscritti. Non si deve pensare solo a carriere future, posti ed elezioni per portare a casa una poltrona, ma è fondamentale lavorare per il Movimento. Se il partito va bene, va bene a tutti. Personalmente - conclude - anche se non dovessi farcela non perdo nulla, non cambio il mio status. Casomai sono altri che si stanno già muovendo per cercare di capitalizzare il futuro». Insomma, da Pordenone parte il vento del Nord.
IL SALUTO
«Sono passati 3 anni, e sono stati 3 anni di lavoro, di servizio, di relazioni personali intense, soddisfazioni con qualche delusione e tanta crescita personale» È il saluto del coordinatore provinciale uscente, Marco Bottecchia. Che va avanti. « Arrivo alla fine di un percorso che mi ha visto impegnato ogni giorno per riorganizzare un partito nuovo, ma con radici profonde. Sono stato il primo referente provinciale della nuova Lega voluta da Matteo Salvini, una Lega vicino ai territori, ma di respiro nazionale, una Lega molto più di governo che di opposizione.
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