Chiusure e traslochi, il centro storico si spegne e la morìa di negozi svuota i corsi

Giovedì 3 Febbraio 2022 di Mauro Rossato
Un negozio chiuso a Pordenone
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PORDENONE - Se un giovane imprenditore dovesse cullare il sogno di aprire una propria attività commerciale nel centro città a Pordenone, di sicuro l’ultima sua preoccupazione sarebbe quella di trovare uno spazio libero e idoneo per il proprio negozio. Sono oltre una cinquantina, infatti i negozi sfitti all’interno del ring cittadino, con Corso Garibaldi a fare la parte del leone con undici spazi disponibili.
L’ipotetico imprenditore, dopo aver parcheggiato al Multipiano Candiani potrebbe dirigersi nella zona di Piazza Risorgimento.

Qui è appena cessata l’attività dello storico negozio di frutta e verdura, ma non mancano le scelte. Dall’altro lato della piazza sono sfitti da tempo l’ex Pizzeria Plaza e il contiguo negozio di alimentari. Di fronte alle poste, prima del Bar Commercio, altri due spazi sono disponibili. Tutto vuoto il portico che ospita la farmacia Badanai, restata ultimo baluardo assieme al Bar Carducci. Hanno abbassato ormai da anni le serrande lo Zanzi Bar e più recentemente la sartoria e il negozio di calzature di Migotto.


COMMOZIONE


Girando l’angolo e iniziando viale Trieste non ci sono più l’agenzia immobiliare, il panificio e il pordenonese doc ha un moto di commozione nel vedere vuoto il negozio che fu di Demetrio Moras, storico patron della Pordenone Pedala. Sembra quasi impossibile che in uno spazio così angusto si riuscisse a trovare veramente di tutto. Parlando di negozi storici non si può non citare la Gastronomia Forniz che, dopo aver cercato vanamente qualcuno che rilevasse l’attività, aveva lasciato i locali ad un negozio di articoli per animali, ora passato a miglior vita.
La zona di Piazza XX Settembre tutto sommato tiene botta con la sola eccezione dei locali sotto la biblioteca civica, dove c’era la sede della Wind. Il negozio di telefonia c’è ancora ma si è trasferito sotto i portici in vece della storica libreria Minerva. In Galleria Asquini c’è solo un “buco”, quello lasciato da un’enoteca. In vicolo delle Acque invece è in attesa di nuova destinazione lo storico Coin e il negozio di abbigliamento Millenium annuncia ai propri clienti che a breve renderà nota la propria ubicazione. In Via Cesare Battisti restano orfani Timberland e “Fioretti valigie e non solo...” vittime del fallimento della Flowers Srl.
Corso Vittorio Emanuele ha vissuto momenti peggiori e, tutto sommato, sta godendo di un certo ripopolamento. Restano sfitti l’Ex Iperottica, lo storico ortofrutta della signora Nives e i locali che ospitavano il Piccolo Mondo, che resta però saldamente in attività e si è solo spostato di qualche numero civico. Chiusa anche l’Enoteca in Vicolo delle Mura e, da qualche anno anche il Bar in Borgo Sant’Antonio. In viale Gorizia resiste la ristorazione con Oblò e La Ferrata mentre segnano il passo Complemento Oggetto e la Galleria D’Arte.


IL RECORD


Il vero spopolamento è quello di Corso Garibaldi. Chiusi Birba’s, La Luna e le stelle, la latteria, lo storico ferramenta Tagliariol, Dersut, la Cicchetteria 1843, Kasanova e il negozio che ospitava un tempo il Bagaglio D’Oro. Si sono trasferiti la pasticceria Montenegro (che gestisce il Bar Amman di fronte al Tribunale), la Farmacia Kossler e La Varesina, che ha spostato la propria attività di qualche numero civico sempre nello stesso corso. Un terzetto di spazi liberi anche in Via De Paoli, con la macelleria che ha portato a casa un triste primato. Prima chiusura in via De Paoli e successiva serranda abbassata in Via Cairoli. Viale Marconi sta avendo una seconda vita con diverse nuove aperture. Restano comunque quattro spazi, tra i quali quelli del Bar Italia e della Banca Etica.
Chi volesse restare in zona può anche andare in Piazza Duca D’Aosta. Sotto la ex questura disponibili gli spazi della macelleria islamica (trasferitasi di qualche passo) e del negozio di frutta. Per concludere la panoramica si segnala la serranda abbassata di due negozi che sono stati punti di riferimento per anni. Alimentari Carlet in Via Cavallotti e Crozzoli in Viale Martelli. Su questa situazione sta riflettendo anche l’Ascom, che per avere una panoramica più chiara sta attendendo i dati di chiusura e apertura attività dell’ultimo trimestre del 2021, che dovrebbero essere comunicati a giorni.


AL PALO


«Il settore commercio e ristorazione è al palo – commenta il neo presidente di Ascom provinciale, Fabio Pillon –. L’incertezza generale e le scelte strutturali del governo non hanno permesso alla gente di potersi concentrare sullo shopping e i rincari energetici hanno fatto il resto. Affiancare la parte digitale a quella fisica è una cosa che stiamo cercando di mettere in pratica da tempo di concerto con la regione, ma non è una cosa automatica. Non dobbiamo metterci in competizione con i colossi come Amazon, ma avere la nostra specificità. Le motivazioni della contrazione dei consumi sono molteplici: i rincari delle bollette, la difficoltà di uscire di casa per la pandemia e le quarantene che hanno frenato i consumi, non tanto durante le festività, ma soprattutto a gennaio. In questi giorni ci sono anche le difficoltà per ottenere il Green Pass dopo essersi negativizzati. Quello che noi possiamo fare per aiutare i nostri associati è dare una mano soprattutto nell’interpretare norme che cambiano a ritmo giornaliero e ingenerano nei negozianti grande confusione. E quindi la loro situazione quotidiana è sempre più difficile e complicata»

Ultimo aggiornamento: 07:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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