La bella vita spacciando cocaina: condannati i pusher milionari. Ecco tutti i nomi

Mercoledì 19 Ottobre 2022
Il consumo di cocaina è in crescita

PORDENONE - A smascherarli erano stati i carabinieri della stazione di Aviano che, durante quello che doveva essere un controllo di routine nel novembre 2018, si erano imbattuti in una coppia di spacciatori. I due fidanzati erano finiti in carcere: nella loro auto erano state trovate alcune confezioni di cocaina e pure durante la perquisizione nella loro abitazione di Porcia erano stati rinvenuti altri quantitativi di cocaina, funghi allucinogeni, marijuana e alcune pasticche di ecstasy. E proprio da quei due arresti erano partite le indagini dei carabinieri chenel 2020, dopo due anni, avevano portato all'esecuzione di un'ordinanza di custodia per 13 persone: per tutte l'ipotesi di accusa era di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L'inchiesta aveva portato alla luce la mappa delle compravendite di cocaina, tra Friuli e Veneto: gli spacciatori avevano clienti nella zona di Aviano, Maniago, Pordenone e Fossalta di Portogruaro.

I vertici dell'Arma, nel rendere nota l'operazione, avevano parlato di «un traffico ramificato e strutturato su più livelli sia nell'approvigionamento sia nel successivo spaccio al dettaglio concentrato tra le province di Pordenone e Venezia».

DAVANTI AL GUP
Ieri mattina, 18 ottobre, alcuni degli imputati hanno chiuso la loro vicenda giudiziaria, mentre altri otto sono stati rinviati a giudizio dal gup Monica Biasutti. A patteggiare pene varie sono stati Alexander Zhava (Fontanafredda) e Lisa Zille (Porcia), i due fidanzati fermati e arrestati dai carabinieri di Aviano nel novembre 2018; Ali Tivari (Vajont), Stefano Ferro (Pordenone), Andrea Chiaradia (Sacile), Katy Dall'Acqua (Pordenone), Christian Michilin (Aviano). Sono stati condannati invece con rito abbreviato Tonin Ndoci (Roveredo), Andrea Poletto (Caneva) e Kristian Doda (Pordenone). Tre ancora le assoluzioni, tra le quali quella di Davide Zuccalà di Aviano.

I CONSUMATORI
Un giro d'affari da 200 mila euro il mese, quello che vedeva impegnati gli spacciatori nel pordenonese, ovvero un chilo e mezzo di cocaina ceduta a chi non aveva problemi a spendere per un grammo o poco più della sostanza stupefacente fino a 85 euro a dose. In prefettura, al termine dell'inchiesta dei carabinieri, erano state segnalate 25 persone, consumatori abituali di cocaina che nel tempo erano diventati clienti di fiducia del gruppo. Gli spacciatori, su richiesta, potevano procurare pure ecstasy e francobolli di droghe sintetiche. Un mondo sommerso fatto di spaccio, consumo e illegalità portato alla luce dalle indagini degli uomini dell'Arma. Un lungo lavoro fatto di pedinamenti, intercettazioni, notti insonni per arrivare a identificare chi vendeva la cocaina tra le province di Pordenone e Venezia e di dare un volto anche a quanti la droga la comperavano e la consumavano.

    
 

Ultimo aggiornamento: 09:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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