Cambiamento climatico, tre scienziati bacchettano il consigliere "negazionista" Turchet

Domenica 12 Febbraio 2023 di Loris Del Frate
Il consigliere negazionista bacchettato tra tre scienziati

PORDENONE - La reprimenda è arrivata. E porta pure la firma di tre illustri scienziati, tutti studiosi del clima, Maurizio Fermeglia dell’Università di Trieste, Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana e Renato Colucci, membro dell’Unione meteorologica del Friuli Venezia Giulia. Nel mirino il consigliere pordenonese della Lega, Stefano Turchet, “colpevole” di aver spiegato, urbi et orbi, da uno scranno del consiglio regionale, che il mutamento climatico non esiste. Insomma, un negazionista


LA FRASE INCRIMINATA
«Il clima è sempre variato - aveva spiegato il consigliere regionale - e io dico che le attività umane contribuiscono alla variazione del clima come potrebbe fare uno starnuto durante un temporale”. «Questa - attaccano i tre scienziati - è una delle affermazioni di Stefano Turchet e non è l’unica.

In sostanza il consigliere nega il riscaldamento globale ed afferma che il clima è sempre cambiato, cosa vera ma per tempi molto lunghi: l’ultima era glaciale ha avuto il suo picco circa 21.000 anni fa e da quel periodo le concentrazioni di CO2 e di altri gas serra in atmosfera sono rimaste essenzialmente costanti. Solo negli ultimi 120 anni (era industriale o antropocene) sono salite in modo esponenziale provocando l’innalzamento della temperatura media globale ad oggi di 1.2°C.».


LA VELOCITÀ
«Un riscaldamento di 1.2°C in 120 anni è velocissimo - Sspiegano Mercalli, Fermeglia e Colucci - e non è mai accaduto almeno negli ultimi 10.000 anni e molto probabilmente in tutti i periodi interglaciali dell’ultimo milione di anni. Questo è responsabilità del genere umano». Il consigliere inoltre confonde le emissioni di CO2 con la concentrazione di CO2 in atmosfera quando dice che la CO2 in atmosfera arriverà a zero. Ci sarà sempre CO2 in atmosfera a causa del ciclo del carbonio terrestre, quindi il problema per il genere umano non sarà di avere poca CO2, come afferma il consigliere, ma al contrario di averne troppa, che sconvolgerà il clima e renderà la terra difficilmente vivibile».


NESSUNA PROVA
«Il consigliere afferma anche che tra qualche migliaio di anni la temperatura comincerà a scendere. Questa affermazione - spiegano - è priva di qualsiasi fondamento, anzi, l’irradianza solare è diminuita, negli ultimi decenni, mentre le temperature stanno aumentando, quindi si va decisamente nella direzione opposta. Il consigliere inoltre non crede che negli ultimi anni gli eventi climatici estremi siano aumentati. Certo, eventi meteoclimatici estremi e catastrofici ci sono sempre stati, ma i dati, per esempio della Munich Re, e gli studi con modelli climatici, ci mostrano come la frequenza e l’intensità di questi eventi sia aumentata e stia aumentando in modo più che lineare».


IL GHIACCIAIO
«Infine - concludono - fa una affermazione risibile riguardo alla storia del ghiacciaio della Marmolada il quale, secondo lui, si sarebbe formato nel 1850-1860. Questa è un’altra affermazione priva di qualsiasi fondamento scientifico oltre che diametralmente opposta alla realtà. È virtualmente quasi impossibile da un punto di vista glaciologico conoscere la data di formazione di un ghiacciaio, mentre è molto più semplice sapere quando questo ghiacciaio ha raggiunto la sua massima estensione. Questa, in epoca recente, corrisponde proprio alle date indicate dal consigliere Turchet. Il ghiacciaio della Marmolada, come altri ghiacciai è quindi molto più vecchio di 150 anni. Per dimostrare la sua affermazione il consigliere tira in ballo i cadaveri dei soldati della prima guerra mondiale affermando che “quando loro sono caduti li il ghiaccio non c’era.” Quei soldati hanno combattuto sul ghiacciaio in condizioni climatiche ostili, a volte anche dentro il ghiaccio. La scienza spiega il fenomeno quando divide il ghiacciaio in una zona di accumulo ed in una zona di ablazione. Non è un caso che i cadaveri sono normalmente rinvenuti nella zona di ablazione, quindi al fondo del ghiacciaio».
 

Ultimo aggiornamento: 13 Febbraio, 07:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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