Nuove chiusure, baristi e ristoratori in ginocchio: «Almeno stop alle tasse». E anche a Pordenone cresce la protesta

Giovedì 14 Gennaio 2021 di Davide Lisetto
Un ristorante chiuso

PORDENONE - Con i provvedimenti annunciati già dal fine settimana scatteranno nuove limitazioni anche per bar e ristoranti. Oltre al rischio per la regione di tornare in area arancione, il che significa almeno tre settimane di stop alle attività. Per molti locali la situazione rischia davvero di diventare insostenibile. Tra i nuovi provvedimenti anche lo stop all’asporto dopo le 18 per i bar. «Quello che è più drammatico - sottolinea Pier Dal Mas, rappresentante dei ristoratori di Confcommercio Pordenone - è la totale incertezza in cui siamo costretti a lavorare. O meglio a non lavorare. Anche in questi cinque giorni di zona gialla sono pochi quelli che hanno deciso di tenere aperto. Se chiami i fornitori e fai gli ordini poi, come è già successo, rischi di dovere buttare la roba. Richiamare il personale solo per un paio di giorni. Insomma, non ha senso “riaccendere la macchina” per un periodo così breve a fronte poi di pochissime prenotazioni che i locali stanno ricevendo». Insomma, il grande problema dei gestori dei locali è la mancanza di chiarezza sull’immediato. «Capiamo assolutamente l’emergenza sanitaria e la necessità di doverla gestire. Ma allora - aggiunge lo chef che rappresenta la categoria per l’Ascom - si decida una linea, anche più rigorosa, ma con chiarezza in modo che si sappia come ci si deve comportare. E poi, come abbiamo sempre detto, si facciano più controlli. Perché non è possibile che a causa di qualche operatore scorretto che non rispetta le regole debbano pagare intere categorie». L’aria che si respira è di rabbia e di disperazione. «Ci sono anche delle proteste spontanee che si annunciano. Ma noni crediamo che sia abbastanza inutile andare allo scontro».
MORATORIA FISCALE
«Meglio - aggiunge Dal Mas - una linea di proposta e di collaborazione. Per esempio sul fronte fiscale. Sarebbe molto utile e opportuno, decisamente più dei ristori, se si applicasse un blocco delle tasse e dei tributi per sei mesi o per un anno alle attività che sono ferme. Con l’impegno successivo a restituire, magari a rate, quando la situazione consentirà di tornare a incassare». Intanto, soprattutto chi ha un affitto da pagare, cerca di organizzarsi asporto e consegne a domicilio. «Certo, in molti stanno cercando di trovare tutte le soluzioni possibili per offrire un servizio e per rimanere vivi. Ma sono piccole gocce rispetto alle enormi difficoltà. Già la moratoria fiscale - insiste - darebbe una mano».
I BARISTI
«In questi cinque giorni certo qualcosa si è fatto.

Ma da domani non sappiamo nulla su come dovremo lavorare». Anche Fabio Cadamuro denuncia una situazione ormai insostenibile. «Ora toglieranno anche l’asporto dopo le 18. A causa di qualche isolato episodio accaduto: servirebbero controlli più severi». E i ristori? «È come ripararsi sotto un’acquazzone con un fazzoletto di carta». Intanto dall’Agenzia delle Entrate, proprio ieri, hanno fatto sapere che in Friuli occidentale con il decreto Rilancio sono arrivati 38 milioni e con i Ristori altri 12. Nel frattempo sui social dilaga la protesta dei ristoratori ribelli che annunciano di tenere aperto i locali domani sera. A Pordenone aderirà anche il Kings Pub. Le categorie però avvertono: attenzione ai rischi che si corrono: multe fino a mille euro e chiusure fino a un mese e sanzioni anche per i clienti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci